Tosi fuori dalla Lega. E libero di sfidare Zaia
Il leader del Carroccio Salvini scarica il sindaco di Verona: “Prendo atto della sua decadenza da militante e segretario della Liga Veneta-Lega Nord”. di Daniele Di Mario
di Daniele Di Mario
Decadenza automatica. Flavio Tosi da ieri non fa più parte della Lega Nord, ma da via Bellerio non c’è stata alcuna espulsione. Più semplicemente, il sindaco di Verona non ha ottemperato al diktat del Consiglio federale che gl’imponeva di laciare la Fondazione in quanto incompatibile col Carroccio. E, non adeguandosi, la decadenza scatta auomaticamente, con Giampaolo Dozzo che passa da commissario ad acta a commissario della Liga Veneta col compito di varare le liste per le regionali e traghettarla al congresso dopo il voto di maggio.
Matteo Salvini è a Strasburgo per la seduta del Parlamento Ue, Tosi è a Roma ufficialmente per appuntamenti istituzionali. Il leader leghista non parla da 48 ore e, trattandosi di lui, è alquanto strano. Il segretario ritrova la parola solo intorno alle 22, quando cala così il sipario sulla querelle-Tosi: “Prendo atto della decadenza”. Sul triangolo Strasburo-Milano-Roma si vive l’ennesima giornata ad alta tensione. Ed è giallo su una proposta d’accordo messa nero su bianco da Tosi e inviata a Salvini. In realtà la lettera è una e-mail inviata non al segretario del Carroccio, ma, come spiega lo stesso sindaco, “ai pompieri” leghisti. Tosi darebbe il via libera ad alcune delle condizioni imposte dal Consiglio, respingendone altre, tra le quali la nomina di un commissario ad hoc per le elezioni. Nella mail il sindaco scaligero critica la linea di Salvini su euro e Ue, deriva lepenista, famiglia. E attacca duramente sulla nomina di Dozzo.
MURO CONTRO MURO Condizioni “non negoziabili”. Un posizione “poco garbata”, “una provocazione”, si spiega da ambienti vicini a Salvini, che infatti la respinge al mittente. Il muro contro muro nonostante gli ultimi tentativi di mediazione, non rientra nonostante i “tentativi di mediazione” rivelati da Tosi e gli appelli al “buon sensoper trovare una soluzione”. L’accordo non si trova. Sulla linea politica il sindaco di Verona non fa ditrofront. Così come Salvini considera la partita chiusa e Tosi fuori dalla Lega. “Dispiace – afferma il segretario di via Bellerio – che da settimane Tosi abbia scelto di mettere in difficoltà la Lega e il governatore di una delle regioni più efficienti d’Europa. Ho provato mediazioni di ogni tipo, ma purtroppo, ricevendo solo dei no, sono costretto a prendere atto delle decisioni di Tosi e quindi della sua decadenza da militante e da segretario della Liga Veneta-Lega Nord. Se insisterà nel volersi candidare contro Zaia, magari insieme ad Alfano e a Passera, per aiutare la sinistra, penso che ben pochi lo seguiranno”. “Non si può lavorare per un partito alternativo alla Lega, non si possono alimentare beghe, correnti o fazioni – spiega Salvini – Da oggi basta chiacchiere e si lavora con tutte le sezioni e tutti i gli iscritti, che contiamo di raddoppiare in fretta per riconfermare il buon governo di Luca Zaia. Ovviamente le liste per il Veneto saranno fatte solo dai veneti, dal commissario Gianpaolo Dozzo (uno dei padri della Liga Veneta, iscritto dall’83) e da tutti i segretari del territorio veneto. Senza rancore e facendo gli auguri a Flavio Tosi, saranno i veneti a decidere”.
CAINO E ABELE “Salvini mente, è Caino travestito da Abele. Mai avrei pensato di vedere in Lega il peggio della peggior politica. Resta e resterà sempre la stima, l’affetto e l’amicizia per tanti veri leghisti”, replica Tosi ora libero di sfidare Zaia. “Io sono coerente sulla mia Fondazione”, la cui sistenza era stata legittimata negli anni da Salvini e Maroni. “Se la Lega mi dice tu devi lasciare la Fondazione perché è incompatibile e in Veneto c’è un commissario deciso da Milano – ribadisce Tosi – non posso che dimettermi da segretario”. Ma a quel punto “come uomo libero, fra le mille cose, potrebbe esserci una candidatura” alle regionali venete contro il governatore uscente Luca Zaia. Ma quanto potrebbe valere Tosi? È lui stesso, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7 a rispondere alla domanda: “Il 10%? Spero anche di più, ma ma potrei valere anche il 2. Spero di avere un seguito in Veneto per quello che ho fatto. Se vincesse la Moretti, sarebbe perché qualcuno dice che le regole interne cambiano e lo fa sotto elezioni. Le responsabilità se le assume chi cambia le regole”. Il sindaco critica anche le alleanze: “Io avevo proposto la lista della Lega più una serie di civiche, senza allearci con i partiti romani. L’intesa con FI e Berlusconi ci farebbe perdere voti”. Il Nuovo Centrodestra è spettatore interessato. “Non ho incontrato Tosi, ma capisco le sue ragioni – siega Angelino Alfano – Il nodo sta venendo al pettine: la Lega è diventa estremista e chi ha una vocazione di governo non può stare con Salvini, chi sta al governo non può stare con degli estremisti. Noi tiamo discutendo con tutti coloro i quali non vogliono andare sotto Salvini, che sta portando il centrodestra verso l’estrema destra”.