Totò Cuffaro: se Mattarella mi darà la grazia non la accetterò

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L’avvocato Maria Brucale ha presentato domanda affinché al suo assistito, Salvatore Cuffaro, dopo quattro anni di carcere, vengano concessi i domiciliari. Lo rende noto il settimanale OGGI, che nel numero in edicola da domani (anche su www.oggi.it), pubblica un’intervista all’ex presidente della Regione Siciliana, condannato a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. “Non la voglio la grazia. E non ho intenzione di accettarla, ammesso che venga concessa”, dice Totò Cuffaro, in riferimento alla domanda posta il 27 febbraio 2014 all’ex presidente Giorgio Napolitano da sua madre, ora malata. ”

Per un uomo di fede la carità è uno dei più belli tra i sentimenti religiosi, quello che ti dona e ti fa ricevere più ricchezza d’amore. Ma non accetterei mai la carità della grazia. Ho chiesto sempre il riconoscimento dei miei diritti di detenuto, non voglio e non accetterei mai il beneficio di una grazia concessa a me e non ai compagni con i quali in questi anni ho condiviso miserie, sofferenze e speranze. Non è giusto. Anche se a me di benefici non ne sono stati concessi, neanche quelli che la legge prevede e che ad altri vengono regolarmente e giustamente accordati. Ma questo va bene”. Nel dicembre scorso al detenuto fu impedito di visitarla con la motivazione che “il deterioramento cognitivo evidenziato dalla madre svuota senz’altro di significato il richiesto colloquio. Al di là dell’incredibile motivo indicato nella decisione di diniego, credo che il no sia solo perché io mi chiamo Cuffaro. Anche se ho scelto di consegnarmi spontaneamente in carcere un’ora dopo la sentenza, e ho sempre manifestato il mio rispetto per il lavoro dei giudici, e ho fatto di tutto per essere un detenuto uguale agli altri, sono purtroppo considerato un detenuto ‘più uguale degli altri'”, ha detto l’ex parlamentare Udc.

Nell’intervista, infine, Cuffaro non vuole precisare a chi si riferisse quando in un libro ha scritto che la sua “morte civile” è stata “scientificamente realizzata da qualcuno”. Ma dice: “Giovanni Falcone parlava di menti raffinatissime: aveva ragione, ci sono state e ci sono ancora. E sono presenti in svariati settori della vita pubblica e privata, legali e illegali”.