Tra Pd e M5s sfida di mozioni su armi a Ucraina

Tra Pd e M5s sfida di mozioni su armi a Ucraina
Giuseppe Conte e Enrico Letta
18 novembre 2022

Tra Pd e M5s è sfida a colpi di mozioni sulle armi all’Ucraina. Dopo l’annuncio, ieri, di un documento dei 5 stelle che chiede al governo di passare dal Parlamento prima di nuovi invii di armi in Ucraina, oggi è stato il Pd a mettersi al lavoro su una propria mozione. L’obiettivo è chiaro, evitare che i 5 stelle possano dividere i parlamentari democratici, provando a fare leva sull’ala più “pacifista” del partito.

“Il rischio di tensioni c’è – ammette un parlamentare Pd – e per questo stiamo lavorando ad un testo che possa essere condiviso da tutti e che eviti che qualcuno dei nostri vada al documento M5s”. La mozione 5 stelle, peraltro, non dice esplicitamente no a nuovi invii di armi, anche se di fatto sembra evocare un cambio di rotta: “La drammatica situazione venutasi a produrre non è più sostenibile”, si legge nelle premesse del testo M5s che ricorda le “decine di migliaia di vittime, civili e militari, distruzione di edifici pubblici e privati e infrastrutture vitali, la crisi umanitaria, nonché, per gli equilibri geopolitici, le evidenti ripercussioni sul tessuto economico-produttivo internazionale, sull’approvvigionamento energetico e sulle principali regole della convivenza internazionale”.

La mozione cita anche gli inviti di Sergio Mattarella a cercare la via del dialogo e ricorda la manifestazione del 5 novembre “che ha visto partecipare migliaia di persone per sostenere fermamente le ragioni della pace e chiedere alla politica e alle istituzioni italiane ed europee il cessate il fuoco subito e il negoziato per la pace in Ucraina”. E, sempre nelle premesse, si conclude che “appare ineludibile la necessità di concentrare tutte le azioni, in sinergia con gli altri Paesi europei, per giungere ad una soluzione diplomatica del conflitto e porre fine alla crisi in atto”. Il dispositivo del testo, però recita: “si impegna il Governo a voler illustrare preventivamente alle Aule parlamentari l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi di carattere internazionale riguardanti il conflitto Russia – Ucraina, compreso quello concernente l’eventuale invio di forniture militari, al fine di tenere conto degli indirizzi dalle stesse formulati”. Commenta il parlamentare Pd: “E’ scritta alla Conte. Non dicono esplicitamente basta armi, ma alludono a quello”.

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E questo tema nelle ultime settimane è stato sollevato anche da diversi esponenti Pd, anche di primo piano. Per questo i democratici si sono messi al lavoro su un testo da contrapporre a quello M5s. “Noi ne presenteremo una nostra in cui diremo che si deve partire dalla condanna dell’invasione russa e aggiungeremo che bisogna sfruttare gli spiragli arrivati dal G20 di Bali. E’ giusto che governo riferisca al Parlamento su quanto accaduto lì e sul confronto tra intelligence di Usa e Russia ad Ankara”. Ma soprattutto “noi diremo che l’Italia dovrà rimanere nel solco delle intese raggiunte con gli alleati nelle sedi internazionali”. Tradotto: se Nato e Ue continueranno a mandare armi per il Pd anche l’Italia dovrà starci. Altro discorso sarà se l’evoluzione della situazione internazionale porterà gli alleati dell’Italia a frenare su questo punto. Si vedrà se il contro-documento Pd sarà sufficiente a tenere unito un partito ormai alla viglia della campagna congressuale.

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