Tra scambio di prigionieri e grano russo: i punti chiave degli accordi Usa-Russia-Ucraina

Donald Trump, Volodymyr Zelensky e Vladimi Putin

Donald Trump, Volodymyr Zelensky e Vladimi Putin

In un tentativo di aprire un corridoio diplomatico per porre fine alla guerra in Ucraina, la Casa Bianca ha reso pubblici i dettagli di due note parallele che delineano i risultati preliminari dei colloqui svoltisi a Riad con delegazioni russe e ucraine. Entrambi i documenti presentano cinque punti fondamentali per concordare un cessate il fuoco, ma mentre quattro di essi sono identici parola per parola, il secondo articolo rivela differenze significative, riflettendo le priorità contrastanti delle parti coinvolte.

Queste linee guida rappresentano un passo cruciale verso la ricerca di una soluzione negoziale al conflitto, pur lasciando spazio a tensioni e richieste aggiuntive che potrebbero complicare l’attuazione degli accordi. Tra le questioni centrali spicca la proposta di una tregua nel Mar Nero, un punto comune ma interpretato in modo diverso da Mosca e Kiev, oltre a temi come lo scambio di prigionieri, il commercio del grano e la protezione delle infrastrutture civili.

Il primo punto: una tregua nel Mar Nero

Il primo articolo, identico in entrambe le versioni, sottolinea l’impegno a garantire la sicurezza della navigazione commerciale nel Mar Nero. «Gli Stati Uniti (insieme all’Ucraina e alla Russia) hanno concordato di eliminare l’uso della forza e di prevenire l’impiego di navi commerciali per scopi militari», recita il testo. L’obiettivo è quello di ripristinare il libero flusso di merci, un elemento strategico per entrambe le parti ma particolarmente critico per l’economia globale, minacciata dalla crisi alimentare causata dal blocco marittimo.

Tuttavia, il ministero della Difesa ucraino ha chiarito che considererà una violazione dell’accordo qualsiasi movimento di navi da guerra russe nella parte occidentale del Mar Nero, una zona che Kiev ha difeso con successo durante il conflitto. Prima della firma definitiva, inoltre, saranno necessarie ulteriori specifiche sugli aspetti tecnici e sui meccanismi di monitoraggio.

Il secondo punto: priorità contrapposte

Qui emergono le prime divergenze sostanziali tra le due versioni. Nella nota destinata all’Ucraina, gli Stati Uniti promettono di impegnarsi per facilitare lo scambio di prigionieri di guerra e il rimpatrio dei bambini ucraini detenuti o deportati con la forza dai russi. Un tema centrale per Kiev, che vede nella restituzione dei propri cittadini un imperativo morale e umanitario.

Nella versione rivolta alla Russia, invece, Washington si impegna ad agevolare il ritorno di Mosca nei mercati internazionali dei prodotti agricoli e dei fertilizzanti, abbassando i costi delle assicurazioni marittime e rimuovendo ostacoli ai pagamenti transfrontalieri. La Russia, tuttavia, ha posto condizioni più stringenti, chiedendo la revoca delle sanzioni finanziarie e il reintegro delle banche russe nel sistema SWIFT come precondizione per accettare la tregua.

Il terzo punto: proteggere le infrastrutture energetiche

Un altro punto comune alle due versioni riguarda la protezione delle infrastrutture energetiche. Gli Stati Uniti, insieme a Russia e Ucraina, hanno concordato di sviluppare misure per vietare i bombardamenti su centrali elettriche e altre strutture critiche. Questo rappresenta un compromesso rispetto alle precedenti proposte, che includevano anche altre infrastrutture civili. Resta da vedere se questa limitazione sarà sufficiente a soddisfare entrambe le parti.

Il quarto punto: il ruolo dei paesi terzi

Entrambe le versioni riconoscono l’importanza del contributo di Paesi terzi per sostenere gli accordi sull’energia e la navigazione. L’inclusione di mediatori esterni potrebbe rafforzare la credibilità del processo e garantire il rispetto degli impegni presi.

Il quinto punto: verso una pace duratura

L’ultimo punto, identico in entrambi i documenti, ribadisce l’impegno a lavorare per raggiungere una pace duratura. Gli Stati Uniti hanno sottolineato che «cessare le uccisioni su entrambi i fronti» è un passo indispensabile per arrivare a un trattato di pace definitivo. A questo scopo, Washington continuerà a fungere da facilitatore nei negoziati bilaterali con Russia e Ucraina.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto positivamente gli accordi, definendoli «un passo avanti importante» e ribadendo la volontà del suo Paese di perseguire una pace sostenibile. Tuttavia, la Russia ha alzato la posta, subordinando il proprio consenso alla revoca di alcune sanzioni finanziarie e commerciali.

Restano numerose incognite

Sebbene l’accordo sul Mar Nero rappresenti un segnale incoraggiante, restano numerose incognite. La richiesta russa di revocare le sanzioni appare particolarmente gravosa e potrebbe rallentare l’attuazione dell’intesa. Allo stesso tempo, la posizione ucraina sulla presenza di navi da guerra russe nella parte occidentale del Mar Nero aggiunge ulteriore complessità.

Nonostante le difficoltà, l’iniziativa statunitense dimostra un impegno concreto per cercare una soluzione diplomatica al conflitto. L’esito dei negoziati dipenderà dalla capacità delle parti di superare le reciproche diffidenze e di trovare un terreno comune su cui costruire una pace duratura.