Traffico di cocaina dalla Calabria a Lampedusa, 14 arresti

30 novembre 2018

Ufficialmente erano venditori ambulanti che giravano i mercatini rionali della Sicilia, nella realtà erano insospettabili corrieri della droga. E’ quanto emerge dell’operazione antidroga tra la Sicilia e la Calabria che all’alba di oggi ha portato all’esecuzione di quindici misure cautelari. “L’operazione costituisce il risultato di un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia – ed avviata dalla Polizia di Stato, Squadra Mobile, nel mese di luglio 2016 e conclusa nel dicembre 2017 relativa ad un associazione a delinquere dedita al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana reperite, tra l’altro, in territorio calabrese e destinate poi ad essere smerciate presso il mercato palermitano, agrigentino e dell’isola di Lampedusa”, spiegano gli investigatori.

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Promotori dell’associazione a delinquere, secondo l’accusa, erano Giuseppe Bronte, suo cugino Salvatore Bronte, con precedenti specifici e Gaetano Rizzo. “I primi due curavano il costante reperimento dello stupefacente presso i fornitori, intrattenendo mediante utenze riservate e scambio di sms rapporti diretti con il fornitore calabrese Domenico Stilo ed intervenendo anche presso gli spacciatori attivi nei mercati locali per risolvere problematiche legate al mancato pagamento delle partite di stupefacenti”, spiegano gli investigatori. Gaetano Rizzo, del rione ”Villaggio Santa Rosalia” manteneva i rapporti diretti con gli agrigentini Salvatore Capraro e Davide Licata, occupandosi delle trasferte finalizzate a consegnare a questi ultimi le sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina da vendere nel territorio di Agrigento e destinate sino all’isola di Lampedusa.

Gli inquirenti hanno appurato che “da giugno a settembre 2106, Capraro destinava lo stupefacente acquistato al mercato dello spaccio nell’isola di Lampedusa, località dove veniva trasportato utilizzando la motonave che parte da Porto Empedocle (Agrigento)”. Le forniture fuori provincia “venivano realizzate dai congiunti di Gaetano Rizzo, Emanuele Rizzo e Francesco Portanova, rispettivamente fratello e cognato, entrambi con precedenti specifici. “Emanuele Rizzo – dicono ancora gli investigatori – operava, altresì, quale tenutario di una parte della cassa dell’associazione, perlomeno sino al 24.10.2016, quando venne arrestato per il trasporto di 2 kg di hashish e 210 grammi di cocaina in cui è stata rinvenuta presso la sua abitazione la somma di 193.000 euro in contanti”.

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L’attività di trasporto dello stupefacente “era agevolata dall’occupazione lavorativa espletata dai corrieri, venditori ambulanti che quotidianamente si spostavano fuori provincia per lavorare in mercatini rionali”. “Lo stupefacente raggiungeva la piazza di spaccio alla dettaglio di Carini, grazie all’impiego del pusher Gianluca Gambino che effettuava ripetute consegne giornaliere previo appuntamento telefonico – dicono ancora gli inquirenti -Nelle indagini emergeva, inoltre, l’attività di Dante Parisi che, unitamente alla nuora Alessandra Pepati, risultava trasportare ed alienare partite di stupefacente ad acquirenti della Sicilia orientale, tra cui il lentinese Vincenzo Terranova”.

Nel corso delle indagini nel settembre 2017 è stata individuata una piantagione di indoor di marijuana nel territorio di Villafrati con arresto di colui che se ne occupava materialmente. Si è così accertato “che operava sotto le direttive di Salvatore Bronte”. Nel corso delle indagini sono stati effettuati diversi arresti e sequestri. Nel contesto d’indagine si è anche arrivati al sequestro complessivo di 18 kg di stupefacente del tipo hashish, 3,350 kg di cocaina, 44 piante di marijuana e di 193.000 euro in contanti.

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