Tragedia a Partinico: 45enne muore dopo essere stato picchiato a difesa del figlio

Gioacchino Vaccaro

Gioacchino Vaccaro

Un dramma di violenza e rabbia ha sconvolto la comunità di Partinico, in provincia di Palermo, dove un uomo di 45 anni, Gioacchino Vaccaro, detto Gino, è morto all’ospedale Civico dopo essere stato brutalmente picchiato da due fratelli. La vittima, fruttivendolo ben conosciuto nel quartiere di Largo Avellone, si era trovata al centro di una lite scoppiata per un rimprovero fatto dal figlio diciassettenne ai due giovani che transitavano ad alta velocità con la loro auto.

La dinamica della tragedia

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, tutto è iniziato quando il figlio di Vaccaro, vedendo i due fratelli passare in strada a folle velocità, li aveva ripresi verbalmente. I due, invece di rallentare o scusarsi, avrebbero reagito aggredendo il ragazzo davanti alla madre. Quando il padre, Gioacchino Vaccaro, è intervenuto per difendere il figlio, è diventato il bersaglio principale della furia dei due aggressori.Il pestaggio è stato brutale. Vaccaro è stato colpito ripetutamente, riportando gravi lesioni alla testa e in altre parti del corpo. Anche il figlio minorenne è rimasto ferito, con lesioni alla testa, ma le sue condizioni non sono gravi. Portati d’urgenza all’ospedale Civico di Partinico, entrambi hanno combattuto contro le conseguenze dell’aggressione. Tuttavia, per Gino Vaccaro l’agonia è durata solo poche ore. Verso le 20 di domenica 30 marzo, il cuore dell’uomo ha smesso di battere, nonostante i tentativi disperati dei medici di salvarlo.

Gli aggressori si consegnano ai carabinieri

I due fratelli responsabili dell’aggressione, dopo aver massacrato di botte padre e figlio, sono fuggiti dalla scena del crimine. Poco dopo, però, si sono consegnati ai carabinieri di Partinico. Le indagini sono ora coordinate dal commissariato locale e dalla Squadra Mobile di Palermo, che stanno ascoltando testimoni, amici e familiari delle vittime per ricostruire l’accaduto nei minimi dettagli.

Una delle ipotesi investigative riguarda il motivo che ha scatenato la lite. Secondo quanto emerso finora, il figlio di Vaccaro avrebbe rimproverato i due giovani per aver messo in pericolo i pedoni con la loro guida spericolata. Una frase di troppo, uno scambio acceso di parole, e la situazione è degenerata in modo tragico.

La comunità sotto shock

Largo Avellone, teatro della tragedia, è un luogo familiare per la famiglia Vaccaro. Proprio qui, infatti, Gioacchino gestiva la sua rivendita di frutta e verdura, un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere. La sua morte ha lasciato un vuoto profondo nella comunità, che ora si stringe attorno alla moglie e ai figli della vittima.

Amici e vicini descrivono Gino come un uomo pacifico e laborioso, sempre pronto a offrire una parola gentile o un consiglio. Nessuno avrebbe mai immaginato che una discussione apparentemente banale potesse trasformarsi in una tragedia così devastante.

Le indagini proseguono

La Procura di Palermo ha disposto l’autopsia per chiarire le cause esatte del decesso di Gioacchino Vaccaro. In particolare, si sta cercando di capire se le lesioni interne abbiano contribuito al collasso cardiaco che ha portato alla sua morte. Nel frattempo, gli investigatori stanno verificando se alcune telecamere di sorveglianza presenti nella zona abbiano ripreso il pestaggio, fornendo ulteriori elementi utili alle indagini.

Appello alla giustizia

La morte di Gioacchino Vaccaro ha sollevato un’ondata di indignazione e dolore in tutta la Sicilia. Il suo sacrificio, compiuto per difendere il figlio, è stato definito da molti un atto di coraggio estremo. Ora la comunità chiede giustizia, sperando che i responsabili paghino per il loro gesto insensato.

Questa tragedia pone anche l’accento su un problema più ampio: la violenza gratuita che troppo spesso esplode per motivi futili, mettendo a rischio vite innocenti. La storia di Gino Vaccaro è un monito per tutti affinché la tolleranza e il dialogo prevalgano sempre sulla rabbia e sull’aggressività.