Cronaca

Tragedia di Piazza San Carlo, rischio processo per Appendino. La sindaca: “Mi difenderò”

A oltre un anno dalla tragedia di piazza San Carlo, la Procura di Torino ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 15 persone indagate per omicidio, lesioni e disastro colposi. Fra queste, figurano anche la sindaca Chiara Appendino e l’ex questore Sanna. Dopo la chiusura delle indagini preliminari, ad aprile, alcuni degli indagati, fra cui lo stesso Sanna, hanno chiesto di farsi interrogare, mentre altri, attraverso i loro legali, hanno depositato memorie. Spettera’ ora al gip fissare la data dell’udienza preliminare, quindi il gup optera’ per il rinvio a giudizio o emettera’ la sentenza di non luogo a procedere.

“Ho fatto una scelta, come devono fare tutte le istituzioni, e ho il massimo rispetto nel lavoro della magistratura – dice la Appendino -. Mi difendero’ nel processo e non dal processo. Rispetto il lavoro che viene fatto. I fatti di piazza San Carlo sono noti e quindi ho fiducia nella magistratura. Iniziera’ un percorso e li’ mi difendero'”. Il Pd non chiede però le dimissioni della prima cittadina torinese. “Non abbiamo chiesto e non chiederemo le dimissioni di Chiara Appendino per gli incidenti di Piazza San Carlo”, scrive su Facebook Silvia Fregolent, deputata del Partito democratico. “Quando un sindaco viene rinviato a giudizio per omicidio, lesioni e disastro colposo per l`organizzazione di una festa, senza chiarire in 12 mesi il suo ruolo e le sue responsabilità con la magistratura – chiarisce Fregolent – ogni decisione va affidata esclusivamente alla propria coscienza ed alla propria dignità”.

“Forza Italia è un partito garantista, nel senso pieno che la Costituzione assegna alle garanzie di ogni cittadino chiamato a rispondere dalla legge per reati che gli vengono contestati – dichiara il deputato e capogruppo di Forza Italia al Comune di Torino, Osvaldo Napoli -. Osservo che il garantismo con i garantisti è cosa scontata e ovvia, invece il nostro garantismo si esercita prima di tutto verso i cosiddetti giustizialisti, cioè quel M5s che fino a qualche tempo fa si stracciava le vesti contro gli avversari invocando dimissioni e gogna mediatica per ogni avviso di garanzia. Siamo garantisti, come è doveroso, anche con il sindaco Chiara Appendino”. Quella sera in piazza San Carlo erano presenti piu’ di 30 mila persone, schiacciate in uno spazio delimitato dalle transenne in ferro per assistere alla finale di Champions fra Real Madrid e Juve. Il bilancio finale fu pesantissimo: oltre 1.500 feriti, fra cui Erika Pioletti, la 38enne rimasta schiacciata tra la folla, che morira’ dopo dodici giorni di agonia.

Un’altra donna, Marisa Amato, quella sera stava passeggiando sotto i portici insieme al marito, quando la folla la travolse. Oggi e’ costretta sulla sedia a rotelle e insieme ai familiari chiede giustizia. L’inchiesta aperta dalla Procura di Torino si e’ concentrata fin da subito su due filoni paralleli: il primo ha puntato il dito contro i soggetti che, a vario titolo, presero parte all’organizzazione dell’evento, mentre il secondo, incentrato sulle cause che scatenarono il panico tra la folla, lo scorso aprile ha portato all’arresto di 8 persone, tutti componenti della cosiddetta “banda dello spray”, specializzata in furti e rapine mediante l’utilizzo di uno spray urticante al peperoncino. Quella sera, secondo i pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo, alcuni componenti del gruppo si trovavano in piazza e utilizzarono lo spray, provocando il fuggi fuggi generale.

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