Tragicommedia M5S, Conte “sospeso” studia contromosse. Iscritti rivoteranno
La reazione dell’ex premier: “Mia leadership non dipende da carte bollate”. I suoi: ordinanza strana
“Una strana decisione”: è questo l’umore dei vertici del Movimento 5 stelle sull’ordinanza di sospensione delle delibere, che risalgono al mese di agosto 2021, di adozione del nuovo Statuto e di elezione del nuovo leader, ovvero Giuseppe Conte. “Nessun azzeramento dei vertici, è solo una ordinanza sospensiva”, evidenziano le voci vicine al leader che smentiscono la lettura a loro giudizio “infondata” dell’avvocato e degli attivisti napoletani che hanno promosso il ricorso. Quella odierna è stata una lunga giornata di riunioni per l’ex presidente del Consiglio, in particolare nella sua abitazione romana con gli avvocati del Movimento e l’ex reggente Vito Crimi. Secondo quanto riferiscono fonti stellate qualificate, anche il fondatore e garante Beppe Grillo è stato più volte sentito da Conte, che al termine della riunione coi legali ha ribadito, in una laconica dichiarazione ai tg prima di recarsi negli studi di La7, che il suo legame col M5S e la sua leadership non dipendono “dalle carte bollate”.
La nota ufficiale del Movimento annuncia una nuova votazione alla quale saranno ammessi i nuovi iscritti, quelli che sono entrati da meno di sei mesi, il punto critico indicato dal Tribunale di Napoli nell’accogliere l’istanza di sospensiva. “Un pasticcio combinato nello Statuto del 2017, quello fatto da Di Maio e Casaleggio, nel quale il giudice – commentano le voci vicine al vertice stellato – ha ravvisato una contraddizione fra consultazioni on line e assemblea degli iscritti. Ma in passato, anche 20 o 30mila iscritti nuovi si sono materializzati in corrispondenza con una votazione strategica, su alleanze o governo. Ecco perché c’è sempre stata quella regola dei sei mesi di iscrizione pregressi, è sacrosanta”. Gli oppositori parlano di 195mila iscritti “ma sono le vecchie cifre della piattaforma Rousseau – precisano ancora dal Movimento – che comprendevano anche quelli segnalati dal sistema antifrode o che erano rimasti in sospeso perché non avevano mai mandato il documento. Faremo una verifica su quanta gente è mancata in quel voto”. In ogni caso, negli ambienti “contiani” si ostenta sicurezza: “Se i voti saranno di più, sarà comunque un plebiscito per Conte”.
Perché una decisione “strana”, come le fonti stellate definiscono l’ordinanza del Tribunale? Qui si entra nel tecnico, nelle osservazioni svolte oggi dai legali: “Perché – spiegano – parliamo di delibere di agosto, l’8 marzo è fissata l’udienza per le conclusioni della causa di merito, con lo stesso giudice che in prima istanza aveva respinto la richiesta di sospensiva, e a un mese di distanza c’era l’urgenza di prendere questa decisione?”. Ma non solo, nella procedura che si applica in questi casi gli avvocati fanno notare che nel momento in cui si presenta il reclamo contro la prima decisione di respingere la sospensiva, si sa già chi sarà a decidere: non il giudice del merito ma il presidente di sezione. Ad attrarre l’attenzione dei legali del Movimento, un passaggio in particolare dell’ordinanza del Tribunale: quello nel quale si precisa che “il provvedimento cautelare non perde efficacia nel caso di dichiarazione di incompetenza da parte del giudice del merito”. Tradotto: se il giudice di merito si dichiara incompetente per territorio e rimette le carte al Foro di Roma, la sospensione dello Statuto e della leadership dio Conte resta valida. “Forse a Napoli avevano fiutato l’aria e pensavano che fosse questo l’orientamento che avrebbe assunto il giudice di merito?”, è il sospetto che si è materializzato sul tavolo della riunione odierna dei 5 stelle.