La Transnistria (4.163 chilometri quadrati) è una piccola regione al confine con l’Ucraina occidentale che si staccò dalla Moldova dopo una breve guerra nel 1992 e che considera Tiraspol la sua capitale. Una stretta striscia di terra – tra il fiume Dnestr e il confine ucraino – che oggi è di grande attualità, dopo che un alto ufficiale russo, e poi anche un esponente della Duma di stato, hanno dichiarato la volontà, da parte del potere centrale, di fare avanzare le truppe di invasione in Ucraina ben oltre il Donbass. Lungo un corridoio terrestre che colleghi la Crimea sino “eventualmente alla Transnistria”. In questo senso crea allarme la presenza di armi, mezzi, depositi e un contingente russo sul territorio, eredità non semplicemente del conflitto del 92, ma della stessa storia di coesione e poi di disgregazione dell’Unione Sovietica.
E così gli Stati Uniti stanno monitorando alcuni bombardamenti denunciati nella repubblica separatista della Transnistria al confine con l’Ucraina. Le esplosioni hanno colpito un centro radiofonico e il quartier generale della sicurezza. Il portavoce del Pentagono John Kirby ha detto in un’intervista che è troppo presto “per sapere esattamente cosa è successo qui, chi è il responsabile” delle esplosioni. “Lo stiamo monitorando nel miglior modo possibile”. Le notizie di esplosioni hanno spinto la presidente della Moldova, Maia Sandu, a convocare una riunione del consiglio di sicurezza per prevenire un’escalation del conflitto. “Secondo le nostre informazioni, i tentativi di escalation sono legati a forze interne alla Transnistria che sono a favore della guerra e interessate a destabilizzare la situazione. Comunque continuiamo a raccogliere informazioni”, ha detto Sandu. Un comandante militare russo ha dichiarato la scorsa settimana che uno degli obiettivi del nuovo fronte era quello di stabilire un corridoio attraverso il sud dell’Ucraina fino alla Transnistria, una striscia di terra con una popolazione di quasi 500.000 abitanti, sostenuta da Mosca e che ospita truppe russe. La regione non è riconosciuta come indipendente da nessun paese, ma opera separatamente dalla Moldova.
Le notizie si susseguono. Un funzionario della Transnistria, la regione filo-russa in Moldova, ha accusato tre infiltrati ucraini per l’attacco con granate al ministero della Sicurezza Statale a Tirispol. La fonte, citata dalle agenzie russe Ria e Interfax, ha raccontato che i tre aggressori sarebbero entrati da Novovladimirovka, 8 chilometri a nord di Tiraspol, avrebbero lanciato le granate contro l’edificio, quindi sarebbero rientrati in Ucraina. Nell’attacco non ci sono state vittime. Il funzionario ha parlato di un “atto terroristico”, accusando l’Ucraina di voler “provocare una diffusione del conflitto nel territorio della Transnistria”. La fonte non ha riferito nulla sugli altri due attacchi ad antenne radio. Anche Kiev ha accusato oggi Mosca di voler “destabilizzare” la regione separatista moldava filo-russa della Transnistria, alla frontiera con l’Ucraina, dopo una serie di esplosioni che fanno temere uno sconfinamento della guerra. “La Russia vuole destabilizzare la regione della Transnistria, il che significa che la Moldova dovrebbe aspettarsi di ricevere ‘ospiti'”, ha detto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podoliak, riferendosi ai soldati russi che hanno invaso l’Ucraina dal 24 febbraio.
La Transnistria sembra un piccolissimo pianeta speculare al Donbass. La prima è esattamente a nord-ovest del Mar Nero, il secondo a nord-est. E come una piattaforma strategica naturale, pressoché equidistante, al centro delle acque tiepide c’è la Crimea. Possibile dunque che il “gemello pacioso” del Donbass sia il nuovo obiettivo di Vladimir Putin. La Transnistria, regione a est del fiume Dnestr, è internazionalmente riconosciuta come appartenente alla Moldavia ma indipendente de facto dal 1990. Magrissima striscia di terra costellata di simboli sovietici, dove il tempo sembra essersi fermato e il comunismo non è ancora un vecchio ricordo. Considerata terra di affari loschi, traffico di armi e contrabbando, nel 2014, quando Putin si prese la Crimea e iniziò la guerra nel Donbass, la Transnistria chiese di aderire alla Russia. Da allora nulla è cambiato, neppure l’umore di chi governa a Tiraspol – capitale surreale di una terra invisibile – distante meno di 100 chilometri da Odessa.
CHI RICONOSCE LA TRANSNISTRIA
L’Onu non riconosce l’autodichiarata statualità della Transnistria, mentre il governo de facto, che rimane in una situazione di tensione con la Moldova, è sostenuto economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia.
UN REFERENDUM
Il referendum sull’indipendenza del settembre 2006, non riconosciuto dalla Moldova o dalla comunità internazionale, ha visto il territorio riaffermare la sua richiesta di indipendenza e votare a sostegno della conseguente unione con la Russia.
LA SECESSIONE
La Moldavia sovietica prima della seconda guerra mondiale comprendeva quella che oggi è conosciuta come la regione secessionista della Repubblica di Moldova di Transnistria più un’ulteriore porzione dell’Ucraina di un’area approssimativamente uguale. Lo stesso decorso del processo di secessione per la Transdnistria dalla Moldova è stato attivato ancor prima dello scioglimento formale dell`Urss. Piuttosto negli ultimi giorni dell’Unione Sovietica, quando nella regione del Dnestr c’era allarme per il crescente nazionalismo moldavo e la possibile riunificazione della Moldova con la Romania. Una legge del 1989 che ha reso il moldavo lingua ufficiale si è aggiunta alla tensione e la Transnistria ha proclamato la sua secessione nel settembre 1990. Le forze paramilitari del territorio separatista nel 1991 hanno rilevato le istituzioni pubbliche moldave nell’area. I combattimenti si sono intensificati, culminati in una battaglia sulla riva destra del Dnestr nel giugno 1992, con almeno 700 morti nel conflitto. Nel luglio 1992 è stato firmato un cessate il fuoco ed è stata istituita una zona di sicurezza smilitarizzata di 10 km dalle forze della 14a armata russa già di stanza sul posto. La ragione principale per cui la Russia è stata coinvolta nel conflitto tra il governo moldavo e le forze armate della regione separatista è fin troppo tipica della maggior parte dei primi conflitti del periodo post-sovietico: la presenza di un esercito russo nella regione come eredità dell’Unione Sovietica.
IL CONTINGENTE RUSSO IN QUESTI ANNI
Il gruppo operativo delle truppe russe nella regione della Transnistria della Repubblica di Moldova è stato creato il primo luglio 1995 sulla base della direttiva del Ministro della Difesa della Federazione Russa a seguito della trasformazione e riforma della 14a armata. In un saggio dell’analista militare Leonid Nersisyan “Niente più ritirate: le basi militari russe” del 2015 si legge che le “truppe russe sono impegnate” nel mantenimento della pace e anche “nella protezione di enormi magazzini militari vicino al villaggio di Cobasna. Ci sono più di 2.500 vagoni di munizioni, più di 100 carri armati T-64, circa 150 AFV, ecc. Due distinti battaglioni di fucilieri motorizzati (per missioni di mantenimento della pace), un battaglione di sicurezza e manutenzione, un distaccamento di elicotteri e diverse unità di supporto rimangono nel gruppo operativo a Pridnestrovie (Transnistria in russo). Il numero del personale del gruppo, secondo varie stime, è di 1000-1500 persone. Nel 2012 sono state fatte dichiarazioni che il gruppo si sarebbe riarmato, si parlava persino di sostituire diversi elicotteri da combattimento Mi-24 disponibili lì con il nuovo Mi-28N”. In uno studio antecedente all’annessione della Crimea, John Beyer (St. Anthony’s College, Università di Oxford) scrive: “La Russia vede il suo interesse storico e strategico nella conservazione la sua influenza, sia in Transnistria che nel resto della Moldova. Strategicamente, la Russia considera la presenza delle sue forze in Transnistria come un serio ostacolo all’espansione della NATO ad Est. Circa 1.500 uomini svolgono due diverse funzioni: custodire un deposito di armi e partecipazione alle forze di pace. Il sostegno finanziario russo alla Transnistria varia da 200 a 400 milioni all’anno”.
LA PARATA ANNULLATA
In Transnistria si tengono numerose attività sportive e culturali che coinvolgono i militari russi. In genere si tiene anche una parata del 9 maggio, giorno della Vittoria sulla Germania nazista per la Russia. Tuttavia quest’anno è stata annullata, secondo Kommersant, per “minaccia di attacchi terroristici”.