Transparency. Più corruzione in Cina e Turchia. Italia 69esimo posto

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Cresce la corruzione in Cina e in Turchia; aumentano le difficoltà di alcuni Paesi emergenti a contrastare le attività illegali. E se Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia sono da considerarsi come gli Stati più virtuosi, la maglia nera di questa speciale classifica va a Sudan, Corea del Nord e Somalia, fanalino di coda e Paese più corrotto al mondo. Stabile il ranking dell’Italia, al 69esimo posto. E’ la speciale classifica di Transparency International, pubblicata questa mattina assieme a un rapporto in cui si chiede alle principali piazze finanziarie internazionali di contrastare più efficacemente il riciclaggio. Transparency stila una classifica di 178 Paesi sulla base di un coefficiente da 0 a 100, facendo riferimento a pareri di esperti di alcune organizzazioni, tra le quali Banca mondiale, Banca africana per lo Sviluppo, Fondazione Bertelsmann. La Cina, al 100esimo posto su un totale di 178 Paesi, ha fatto registrare una perdita di 20 posizioni rispetto allo scorso anno, mentre la Turchia è retrocessa di 11 posizioni, piazzandosi 64esima. Gli Stati uniti, con un coefficiente di 74, si trovano al 17esimo posto, preceduti da Germania (12esima) e Regno Unito (14esimo), seguiti da Francia (26esima) e Spagna (37esima). L’India è all’85esimo posto, il Messico al 103esimo, l’Iran al 136esimo. Nelle retrovie la Russia, solo 136esima con un coefficiente di 27 su 100. Stabile l’Italia, che mantiene lo score del 2013 (43 punti) e si piazza al 69esimo posto, tra la Grecia e la Romania. Le ultime posizioni sono occupate infine, da Iraq (170esimo), Sud Sudan (171), Afghanistan (172), Sudan (173) e, appaiate in coda, Corea del Nord (174) e Somalia (174).