Per la prima volta in Italia, e seconda al mondo, un polmone donato è stato guarito con una nuovissima e rivoluzionaria tecnica per poi essere trapiantato con successo su una donna. È accaduto all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino dove, nella notte tra domenica e lunedì scorsi, i familiari di una studentessa di 17 anni hanno donato i polmoni destinati a un eccezionale trapianto. Gli organi erano però danneggiati da una embolia polmonare massiva, quella che aveva appunto causato il decesso della giovane donatrice. Per questo motivo i medici specialisti Mauro Rinaldi e Massimo Boffini hanno deciso di eseguire un trattamento mirato per guarire i polmoni da donatrice che erano stati giudicati inutilizzabili da altri centri trapianto e poterli quindi utilizzare per il trapianto.
I due organi sono stati prelevati dal centro torinese e sottoposti ad una ‘rigenerazione’ tramite la tecnica di perfusione – la ‘Ex Vivo Lung Perfusion’ – con l’aggiunta di un farmaco fibrinolitico che ha permesso di sciogliere i coaguli che erano stati mortali per la giovane studentessa La tecnica di ricondizionamento polmonare, che è praticata presso il centro di Torino, leader in Italia, apre così la strada ad un aumento significativo del numero di trapianti di polmone eseguiti in Piemonte. Questa, però, è stata la prima volta in cui è stata praticata una vera e propria terapia specifica per ‘rigenerare’ i polmoni danneggiati. Ci sono volute oltre cinque ore per poter “guarire” i polmoni. Quello sinistro è stato poi trapiantato su una paziente di 57 anni residente a Torino affetta da una grave forma di fibrosi polmonare idiopatica. Senza il trapianto la paziente aveva bisogno di ossigenoterapia e la sua aspettativa di vita risultava molto ridotta. Il trapianto è stato eseguito dal prof. Mauro Rinaldi e dal dottor Paolo Lausi nel pomeriggio di lunedì. L’intervento è tecnicamente riuscito, il polmone nuovo ha subito iniziato a lavorare perfettamente ed attualmente la paziente sta bene. “L’altruismo del dono della giovane donatrice e della sua famiglia – spiega l’ospedale – con l’aiuto delle più moderne tecniche utilizzate dai sanitari hanno permesso di ottenere questo importante risultato”.