Travolta: “Rifiutai American Gigolò. Amo Sophia Loren”
L’attore premio Oscar per “Pulp Fiction” alla Festa di Roma
Dai grandi film che ha rinunciato a fare (e di cui non si dice pentito) ai suoi miti musicali e cinematografici, dal rapporto con Tarantino alla scelta di liberta’ fatta interpretando uno stalker nel piccolo film indipendente ‘The Fanatic’ di Fred Durst. Alla Festa del cinema di Roma, prima dell’incontro col pubblico, John Travolta si e’ concesso generosamente alla stampa (e ai giornalisti-fan che alla fine della conferenza lo hanno assalito per avere un autografo). L’attore premio Oscar per ‘Pulp Fiction’ ha raccontato che si e’ divertito e ha molto amato il personaggio del fan appassionato (al limite dello ‘stalker’) nell’ultimo film che a Roma sara’ proiettato domenica al My Cineplex Savoy alle 18.
“Tra tutti quelli che ho fatto e’ il mio ruolo preferito – ha spiegato – e’ un personaggio che ha in se’ quello che io piu’ apprezzo: la passione, l’amore… e’ posseduto dalla persona che ama e che lo rende fanatico”. Il film e’, ha raccontato, una scelta di liberta’: “Quando ho avuto successo con ‘La febbre del sabato sera’ e ‘Grease’ l’ho accolto come avrebbero fatto i miei familiari che vengono dal teatro, dal mondo dell’arte: mi sono chiesto che cosa avrei potuto fare dopo. E il successo e’ stato in qualche modo uno stimolo per cercare di fare di piu’. Da allora cerco di fare sempre delle scelte nuove, avendo un punto di vista piu’ ampio. Cosi’ e’ stato anche con ‘The Fanatic'”. Una carriera costellata da grandi successi e da clamorosi flop. In cui Travolta ha fatto scelte coraggiose ma non sempre azzeccate. E a volte ha anche deciso di non fare film che sono poi entrati nella storia del cinema.
“Ho rinunciato a recitare in ‘American Gigolo”, in ‘Splash’, in ‘Il miglio verde’ e in ‘Ufficiale e gentiluomo’ – ha raccontato – ho rifiutato per un motivo o per l’altro ma non sono pentito e non ho rimpianti”. Un film che invece ha accettato e gli ha dato una seconda giovinezza e’ stato ‘Pulp Fiction’ di Tarantino. “Il viaggio professionale piu’ interessante l’ho fatto con Quentin che sul set aveva una visione professionale, ispirata da grandi registi. Mi ha consentito di recitare in piena liberta’ – ha aggiunto – e mi ha sempre dato consigli semplici e allo stesso tempo raffinati e potenti. A volte i registi interferiscono con la recitazione dei loro attori… ma se c’e’ sintonia tra i due questo non accade. E con me Tarantino non lo ha mai fatto”. Il ‘The Fanatic’ John Travolta Moose, un patito di cinema, ossessionato dal suo attore preferito. L’attore, che ha detto di non aver mai avuto problemi del genere con un suo fan, ha poi raccontato quali sono (o sono stati) i suoi miti.
“Da James Cagney che era un ballerino fantastico a Sophia Loren – ha detto – perche’ chi non ama una donna cosi’? Ma ci sono stati anche Federico Fellini e Bernardo Bertolucci, i Beatles quando ero ragazzo e poi, quando ero piu’ grande, i musical come ‘Cabaret’ o ‘Funny Girl’. E poi i film come ‘Il Padrino‘: adoravo Marlon Brando. Anche Liz Taylor. Sono stati i miei miti e credo che siano stati importanti per me come modelli da seguire”. Interrogato sul rapporto tra il cinema hollywoodiano classico e i nuovi kolossal sui supereroi, Travolta ha confessato di non essere “mai stato un fan dei fumetti Marvel”. “Quello che provo per il cinema moderno e’ del tutto personale – ha precisato – ma io amo le storie con bei personaggi, i film che mi commuovano”. E in questa direzione va anche ‘The Fanatic’, prodotto in due mesi e girato in 20 giorni: “L’ho voluto fare perche’ ha un bellissimo personaggio, ha un grande amore, incontrollato, pieno di passione e in lui si possono identificare tutti. E’ un film d’essai – ha aggiunto – e ne sono molto orgoglioso”.