di Filippo Caleri
In Italia ci sono quasi 3 milioni di invalidi civili. Un dato che emerge dal rapporto sulle prestazioni assistenziali erogate dall’Inps. Si tratta di pensioni concesse a pieno titolo e non è dato sapere quanti di questi abbiano pienamente diritto. Ma i “furbi” continuano a essere una costante nelle indagini di Finanza e Carabinieri. Le verifiche continuano infatti a pieno regime da anni. Nel 2013 l’allora presidente Inps, Antonio Mastrapasqua spiegò che “in questi anni (l’Inps ndr) ha revocato quasi 100 mila false prestazioni di invalidità civile, su 2,7 milioni di attuali percettori”. Era solo una traccia di lavoro e la lotta ai furbi continua senza sosta. Negli ultimi mesi dello scorso anno anche il governo Renzi, ha ribadito che il risparmio dagli assegni ai falsi invalidi dovrebbe contribuire alla spending review di 10 miliardi prevista per il 2016. Tuttavia se da un lato i maggiori controlli possono fare recuperare denaro pubblico, dall’altro risultano anche molto costosi, producendo quindi un risparmio marginale modesto. Inoltre, l’attuale esecutivo non è il primo che prova a combattere il fenomeno dei falsi invalidi. Già nel 2003 ci provò Giulio Tremonti, ministro dell’Economia nel secondo governo Berlusconi.
Dopo di lui il tema venne indicato come priorità anche da Romano Prodi nel 2007. In tempi più recenti ci hanno provato anche Mario Monti (che lanciò 150 mila verifiche aggiuntive), poi mister spending review, Carlo Cottarelli. Il risultato non sembra premiante secondo un’inchiesta del Fatto Quotidiano infatti “in 12 anni la spesa per le invalidità civili è passata da 11,8 miliardi agli oltre 16 miliardi attuali”. E i numeri presentati ieri non registrano inversioni di tendenza. Le pensioni agli invalidi civili a inizio 2016 erano 2.980.799, erogate per il 44% nel Sud. L’Inps spiega anche che al Nord è erogato il 34,7% delle prestazioni agli invalidi civili, al Centro il 20,6% delle prestazioni e al Sud il 44,8%. Se si guarda nel complesso alle pensioni assistenziali (compresi quindi gli assegni sociali) a fronte di 63 prestazioni ogni 1.000 residenti in Italia, in Trentino sono 26 ogni 1.000, in Emilia Romagna 45 ogni 1.000 e in Calabria 97 ogni 1.000.
In particolare le pensioni e gli assegni sociali sono percepiti per il 54,9% al Sud (22,6 persone ogni 1.000 residenti ne hanno una), per il 25,3% al Nord (7,8 ogni 1.000 residenti) e il 19,8% al Centro (14,1 ogni 1.000 residenti). Per gli invalidi civili il numero di prestazioni ogni mille residenti è quasi doppio al Sud rispetto al Nord (64,1 contro 37,2 ogni 1.000 presidenti). Ma al Sud è più alta anche la percentuale delle prestazioni di invalidità previdenziale con il 47% del totale degli assegni contro il 31,2% al Nord e il 20,4% al Centro. In pratica al Sud ci sono 23,9 residenti su 1.000 con una prestazione di invalidità previdenziale contro gli 11,9 su 1.000 residenti al Nord.