Tregua in bilico, ultimatum di Netanyahu: “Hamas liberi gli ostaggi o sarà guerra”

Il premier israeliano ha ordinato ai suoi collaboratori di “prepararsi a ogni scenario”, Il Papa contro Trump: polemica sui migranti

Benjamin Netanyahu

Benjamin Netanyahu

La crisi umanitaria e diplomatica a Gaza raggiunge un nuovo punto di rottura. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato un ultimatum senza precedenti a Hamas: “Se entro sabato a mezzogiorno non saranno rilasciati tutti gli ostaggi, il cessate il fuoco terminerà e l’esercito riprenderà le operazioni militari fino alla sconfitta definitiva del gruppo”.

L’avvertimento, approvato all’unanimità dal governo israeliano, è stato accompagnato dall’ordine di schierare truppe aggiuntive “dentro e intorno alla Striscia di Gaza”, come confermato da un funzionario israeliano. Resta però ambiguo se la richiesta riguardi il rilascio totale degli ostaggi o solo dei tre previsti per sabato, secondo gli accordi in fase di negoziato.

Trump e la minaccia degli Usa: “Inferno per Hamas”

A sostenere la linea dura di Netanyahu è intervenuto l’ex presidente americano Donald Trump, che in una dichiarazione iperbolica ha avvertito: “Se Hamas non rispetta gli obblighi, sarà l’inferno”, minacciando anche il taglio degli aiuti internazionali alla regione. La posizione di Trump ha però acceso un altro fronte: durante l’incontro alla Casa Bianca con il re di Giordania Abdullah II, quest’ultimo ha ribadito con forza “il no allo sfollamento forzato dei civili da Gaza”, sottolineando il rischio di una catastrofe umanitaria.

Il Papa contro Trump: polemica sui migranti

Intanto, un’altra controversia internazionale divampa tra il Vaticano e Trump. Papa Francesco, in una lettera ai vescovi statunitensi, ha condannato le politiche migratorie dell’ex presidente: “Deportare i migranti ferisce la dignità dell’uomo”. La replica di Trump non si è fatta attendere: “Il Papa pensi alla sua Chiesa, il Vaticano ha un muro intorno”, ha twittato il tycoon, ridicolizzando le critiche.

Lo scambio di ostaggi e prigionieri

Finora, Hamas ha liberato 21 ostaggi catturati durante l’attacco del 7 ottobre 2023, in cambio del rilascio di centinaia di detenuti palestinesi. Secondo gli accordi della prima fase di tregua (della durata di sei settimane), il gruppo avrebbe dovuto rilasciare 33 ostaggi, mentre Israele si è impegnato a liberare quasi 2.000 prigionieri. Tuttavia, la scadenza di sabato rischia di far saltare il delicato equilibrio. Netanyahu ha ordinato ai suoi collaboratori di “prepararsi a ogni scenario”, incluso un possibile ritorno alle ostilità su larga scala.

Il nodo del dopo-tregua

Mentre la comunità internazionale trattiene il fiato, le domande restano aperte: Hamas accetterà l’ultimatum? E in caso contrario, quale prezzo pagheranno i civili di Gaza, già stremati da settimane di conflitto? Con le truppe israeliane pronte a rientrare in azione e le divisioni politiche globali sempre più marcate, il rischio di un nuovo capitolo di violenza sembra concretizzarsi. Intanto, il mondo osserva e spera in un miracolo che eviti il peggio.