Con gran dispendio di documentazione fotografica diffusa dai comunicatori di Palazzo Chigi la quota M5S del governo prova a ridimensionare il caso dell’assenza di Matteo Salvini dalla conferenza stampa in Prefettura a Caserta per presentare il protocollo di azione per la Terra dei fuochi. Il vicepremier e leader leghista si fa fotografare mentre brandisce la cartellina del protocollo insieme a tutta la squadra in trasferta nella città della Reggia (il capo del governo Giuseppe Conte, l’altro vicepresidente Luigi Di Maio, i ministri della Giustizia Alfonso Bonafede, della Difesa Elisabetta Trenta, dell’Ambiente Sergio Costa che annuncia l’arrivo a breve di un disegno di legge intitolato “Terra mia”, del Sud Barbara Lezzi e il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi).
Ufficialmente Di Maio e le fonti di parte leghista spiegano che nella cena al Quirinale con l’emiro del Qatar Salvini sarebbe stato “unico rappresentante del governo”. Resta il fatto che la conferenza stampa in Prefettura a Caserta prende il via, con enorme ritardo, alle 17.30. E l’appuntamento al Colle è fissato ben più tardi, per le 20.30. Il fatto che i dubbi continuino a circolare costringe in serata le fonti governative a diffondere una nuova precisazione, che attribuisce l’assenza di Salvini al ritardo nell’inizio dell’evento stampa. “Qualunque altra ricostruzione o retroscena è del tutto priva di fondamento”, si legge in una “nota congiunta del portavoce del presidente del Consiglio (Rocco Casalino, ndr) e del vicepresidente Salvini”, anche questo tipo di associazione un inedito, con ogni probabilità.
Alla fine, dopo i dubbi diffusisi nel pomeriggio, anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, firma il protocollo, dopo aver abbandonato il vertice per una mezz’ora. Di Maio può quindi rivendicare l’obiettivo di “far tornare a respirare questa terra”, raggiungibile grazie a “un governo non legato a chi fa business sui rifiuti”. E Conte ridimensiona le tensioni tutt’altro che sotterranee sul tema dei rifiuti, dopo essere riuscito a far sottoscrivere a Di Maio e Salvini (che in mattinata aveva rilanciato sui termovalorizzatori “gestiti bene”) un comunicato a tre che nega le polemiche e rilancia il richiamo al contratto di governo che punta all’economia circolare e a una riconversione “verde” del ciclo dei rifiuti. In concreto, l’obiettivo del governo è coordinare, anche “con l’aiuto dei cittadini”, spiega Di Maio, tutti i soggetti sul campo, apparati dello Stato (civili, compresi i medici di base, e militari, con l’uso di droni e satelliti) e della Regione per monitorare roghi, sversamenti e tassi di inquinamento e problemi di salute dei cittadini, prevenire l’uso della Terra dei fuochi come discarica illegale diffusa.
Ma il tema del giorno resta il dissidio su quelli che il M5S chiama inceneritori e la Lega termovalorizzatori. Al leader leghista che fa sapere di voler studiare il termovalorizzatore di Copenaghen con annessa pista di sci in città, Di Maio riserva una battuta gelida: “Ce la vedo la pista di sci ad Acerra…”. Per Di Maio, del resto, “basta leggere il contratto (di governo fra M5S e Lega, ndr) per quanto riguarda gli inceneritori”. Mette le mani avanti, il leader stellato, anche sulla pressione dovuta alla situazione sul campo: “Poi è chiaro che ci sono zone del Paese che hanno forti criticità, le affronteremo cercando di risolvere nell’immediato. Ricordo che per costruire un impianto del genere, quando va bene, ci vogliono cinque o sei anni”. Conte svolge il suo ruolo di “pompiere”, “io credo – sostiene – che sia salutare che in una coalizione di governo, dove due forze che si riuniscono e preventivamente si confrontano su una piattaforma comune, ci siano diversità di opinione. Non c’è da meravigliarsi se su qualche passaggio vengano fuori delle idee diverse”.
In ogni caso, a suo modo di vedere “quando c’è il momento della sintesi, per noi è facile perché c’è un contratto di governo”. Nella conferenza stampa di Caserta, tuttavia, i temi politici restano in primo piano: la lettera dei 19 deputati del M5S che vorrebbero discutere il decreto sicurezza già approvato dal Senato con la fiducia è derubricata da Di Maio a una azione di “testimonianza”. “Mi aspetto lealtà – è l’avvertimento ai suoi – al governo e alla maggioranza”. Quanto a Salvini e ai suoi rapporti con Berlusconi, Di Maio ostenta tranquillità. “Loro – dice – sono alleati ma noi abbiamo un contratto. Mi aspetto che si incontrino, che stiano progettando le coalizioni per le regioni e i comuni, come noi stiamo progettando le liste per andare contro di loro nelle regioni e nei comuni”. Sempre che non ci sia un altro casus belli prima del voto a rimescolare le carte tra i firmatari del contratto.