“Piena consapevolezza del governo” sulla necessità di contenere il deficit all’interno dei limiti di bilancio per incentivare gli investimenti e per evitare di bruciare miliardi con l’aumento dello spread.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, al suo debutto al Forum Ambrosetti di Cernobbio, rassicura gli imprenditori e i mercati e avverte, indirettamente, i leader di Lega e Movimento 5 stelle: è importante “agire sulle aspettative” e quindi “invertire l’idea che è stata portata avanti, un certo ‘moral hazard’, che noi ampliamo il deficit aspettando la crescita. Direi di invertire il percorso: significa utilizzare le risorse che saranno disponibili da tutti gli spazi di crescita che noi otterremo” perché “è inutile cercare due o tre miliardi in più sul deficit se ne perdiamo tre o quattro dal lato dei tassi di interesse”.
Le riforme annunciate dal governo, ha ribadito, “hanno una prospettiva di legislatura”. “Quindi partiranno gradualmente, partiranno più o meno tutte con una prima fase, con un equilibrio che non è di tipo politico, accontentare un pezzo o un altro, ma – ha sottolineato – un equilibrio che dipende dalla strategia di politica economica, perché una riforma si regge anche sull’altra”.
La manovra sarà quindi “equilibrata”, nel rispetto dei vincoli di bilancio, perchè “non tutto si può fare subito”. Sul lato della crescita, “siamo pienamente consapevoli – ha spiegato Tria – che dare più soldi agli operatori e alle famiglie in una situazione che apre incertezza sulla sostenibilità fiscale non porta a nessun risultato neppure di crescita, perché nessuno spende più soldi in attesa di un’acquazzone che si presuppone possa arrivare”.
Tria ha, infine, rilevato che “negli ultimi 10 anni l’Italia è costantemente cresciuta di un punto percentuale in meno della media dell’economia europea. A volte ha un pil negativo, a volte stagnante, a volte positivo, ma la distanza è sempre quella. Speriamo di dimezzare il gap dell’1 per cento in meno degli altri Paesi – ha concluso – già nel 2019”. Un gap che va ridotto, ma “non in deficit spending”.