Trivelle, Ardizzone ‘bacchetta’ Crocetta: “Ordini del giorno vanno rispettati”
Il presidente dell’Ars va al contrattacco dopo che il governatore della Sicilia, in barba alla mozione votata dall’Aula e che stoppa gli impianti di estrazione, continua a tirare dritto per la sua strada
“Gli ordini del giorno hanno un loro peso etico e vanno rispettati”. Lo dice il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, in merito all’ordine del giorno approvato a Sala d’Ercole nei giorni scorsi, quando il governo regionale e’ stato battuto sul blocco della ricerca e la coltivazione di idrocarburi in Sicilia e nel Mare Mediterraneo, a poche miglia dalla costa meridionale dell’Isola. “Il governo battuto? Aveva detto Crocetta: ‘Si trattava soltanto di un ordine del giorno che, con tutto il rispetto, lascia il tempo che trova’”. Parole dalle quali Ardizzone, da presidente del Parlamento siciliano, prende le distanze: il problema delle trivellazioni andrebbe approfondito, “credo – dice – ci sia il tempo per un’articolata discussione in Aula”. “Fermo restando che gli atti parlamentari vanno rispettati, secondo me – spiega -, dovremmo trovare le modalita’ per fare un dibattito approfondito su un tema cosi’ delicato. Non possiamo limitarci all’incasso di 500 milioni di royalties, ma va chiarito che la Sicilia deve avere un ritorno economico e sociale di ristoro che non ha ottenuto con gli insediamenti petrolchimici del passato, Gela, Augusta, Priolo e Milazzo. La materia e’ molto delicata e, quindi, ogni gruppo parlamentare dovra’ avere la possibilita’ di esprimersi approfonditamente”. Un ordine del giorno, pero’, e’ gia’ stato approvato. “E’ vero, pero’, lo Stato non puo’ pensare di arricchirsi alle nostre spalle – dice Ardizzone -, come e’ avvenuto nel passato, incassando le accise sui prodotti petroliferi raffinati in Sicilia, lasciando solo la devastazione ambientale”.
Dunque, lei non e’ contrario alle trivellazioni. “Io sostengo – aggiunge il presidente dell’Ars – che 500 milioni di euro l’anno siano ben poca cosa in termini di rapporto costo benefici. Attraverso una stringente trattativa con il governo nazionale, la Sicilia potrebbe incassare molto di piu'”. L’articolo 36 dello Statuto speciale riserva allo Stato la riscossione delle accise sui prodotti petrolifieri. Non solo, ma nessuna delle grandi multinazionali che ha stabilimenti in Sicilia, ha qui la sede legale. “Infatti – prosegue -, io dico si’ alle trivelle, ma a condizione che i beneficiari siano i siciliani e non i lombardi che godono di tributi che invece spettano a noi”. E per questo motivo, rivendica la centralita’ del Parlamento ed auspica la possibilita’ di affrontare i temi da lei posti con un ulteriore dibattito a Sala d’Ercole? “Io che ne sono il presidente devo essere il primo a difendere la centralita’ del Parlamento. Penso sia utile tornare ad affrontare l’ argomento, in un’ ottica diversa”. Ma non c’ e’ solo la questione economica. In Aula e’ stato sollevato il problema della difesa dell’ambiente. C’ e’ il pericolo che il nostro mare, che gia’ non gode di buona salute, possa essere irrimediabilmente inquinato. “Le trivellazioni devono essere effettuate nel rispetto dei vincoli ambientali. Le moderne tecnologie dovrebbero evitare disastri. Se ci sono le dovute garanzie, ben vengano le trivellazioni. Non possiamo, pero’ accettare ulteriori inganni da parte dello Stato”. Queste sue affermazioni sono destinate a suscitare ulteriori polemiche. “Non si puo’ tacere per evitare le polemiche – conclude Ardizzone -. Il confronto e’ il sale della democrazia. Ribadisco: si’ alle trivellazioni, ma non facciamoci prendere in giro dalla Repubblica Romana”.