Ai giapponesi continuano a non piacere le ferie, anche se si registra qualche avanzamento nella lotta al superlavoro. L’ultima indagine del Ministero della Sanità, del Lavoro e del Welfare sulla condizione del lavoro in Giappone ha segnalato che nel 2022 i lavoratori del settore privato hanno preso 10,9 dei 17,6 giorni di ferie a cui, in media, avevano diritto. Cioè il 62,1% del monte giorni di vacanza a loro disposizione.
Sebbene si tratti di un record, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente, si tratta di un risultato deludente dal punto di vista del governo, che si è posto l’obiettivo – secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo – di raggiungere il 70% di ferie retribuite godute nel settore privato entro il 2025 nella sua campagna contro il superlavoro, innescata dai casi di “karoshi” e “karojisatsu” (“morte da superlavoro” e “suicidio da superlavoro”) che negli ultimi anni hanno suscitato una forte impressione nell’opinione pubblica.
L’indagine generale sulle condizioni di lavoro del Ministero della sanità, del lavoro e del welfare è stata condotta a gennaio, coinvolgendo 6.421 aziende private con 30 dipendenti a tempo pieno o più, di cui 3.768 hanno fornito risposte valide. Secondo l`indagine, per dimensione aziendale, il tasso delle ferie godute è pari al 65,6% per le aziende con 1.000 o più dipendenti, rispetto al 57,1% per quelle con un numero di dipendenti compreso tra 30 e 99. Per settore, gli uffici postali e altre aziende che offrono servizi multipli hanno registrato il tasso più alto di ferie retribuite utilizzate, pari al 74,8%, mentre il settore dei servizi di ristorazione e alloggio è stato il più basso, pari al 49,1%.
Nell`ambito degli sforzi volti ad affrontare la cultura del lavoro giapponese, notoriamente punitiva, in cui sono previsti orari prolungati, il governo si è posto l`obiettivo di aumentare l`adozione del cosiddetto “sistema di intervallo di lavoro”, che fissa un numero standard di ore tra la fine di una giornata lavorativa e l`inizio di quella successiva, ad almeno il 15% delle aziende entro il 2025. Tuttavia, secondo l’indagine, il numero di aziende che ha introdotto e applica il sistema è solo il 6%.