Truffa all’Ue su contributi per agricoltura, 9 arresti a Catania
Nel complesso sono state denunciate 57 persone, tra cui interi nuclei familiari in alcuni casi collegati con esponenti di spicco della criminalità organizzata
La Guardia di finanza ha arrestato 9 persone a Catania per associazione a delinquere finalizzata alla illecita percezione di aiuti comunitari all’agricoltura. Nel complesso sono state denunciate 57 persone, tra cui interi nuclei familiari in alcuni casi collegati con esponenti di spicco della criminalità organizzata che, tra il 2009 e il 2014, hanno percepito indebitamente oltre 2.700.000 euro di contributi.Tra gli arrestati anche i responsabili di 3 Centri di Assistenza Agricola (CAA) che hanno omesso di eseguire i previsti controlli sulle domande presentate, attestandone falsamente la regolarità e agevolando la commissione delle frodi da parte dei percettori dei contributi.
I finanzieri hanno anche eseguito provvedimenti di sequestro di immobili, terreni, autoveicoli, quote societarie e denaro per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite dagli indagati.Le indagini rappresentano il seguito dell’Operazione “Terra Bruciata” conclusa nel maggio 2014 e si sono concentrate sul controllo di centinaia di beneficiari dei contributi. E’ stato appurata la presenza di un gruppo affaristico-criminale ben organizzato, che si avvaleva di una fitta rete di complicità da parte di operatori dei Centri di Assistenza Agricola che, anziché svolgere le proprie funzioni di consulenza e controllo, erano parte integrante del sistema teso all’ottenimento di contributi non spettanti.
Gli indagati dapprima interrogavano le banche-dati dei Centri alla ricerca dei terreni non ancora utilizzati per l’ottenimento degli aiuti. Acquisite le informazioni necessarie, procedevano a redigere falsi contratti di affitto e/o di comodato di tali terreni con soggetti del tutto ignari e, in taluni casi, addirittura deceduti, intestandoli a persone compiacenti. I responsabili dell’organizzazione, infatti, si premuravano di reclutare individui (tutti indagati) che, dietro il pagamento di 1.000 euro circa, consegnavano copia dei propri documenti di riconoscimento necessari per le istanze di accesso ai finanziamenti.Tra le particelle impropriamente utilizzate, oltre a quelle di privati cittadini, anche quelle di proprietà dello Stato, del Demanio della Regione Siciliana e di numerosi Enti locali in varie province siciliane che, ovviamente, non avevano mai concesso l’uso di tali fondi agricoli. Emblematico è il caso di alcuni terreni della Diocesi di Agrigento e del Consorzio Sviluppo Industriale di Gela.
I terreni venivano quindi trasferiti di anno in anno da un indagato all’altro, attraverso cessioni incrociate, in modo da non far risultare lo stesso beneficiario per il medesimo fondo agricolo. In alcuni casi è stata anche appurata la falsificazione della firma dei capi area tecnica di alcuni Comuni sui contratti di cessione dei terreni di proprietà degli enti locali.Ancora, sono state individuate decine di imprese agricole costituite al solo scopo di gestire solo sulla carta, per ogni annualità oltre 1.500 ettari di terreno. Nel corso dell’indagine è stato accertato che il gruppo criminale aveva presentato anche per l’anno 2015 domande di pagamento di contributi all’AGEA per circa un milione di euro, relativamente alle quali sono state avviate le procedure per il blocco dell’erogazione.