Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato di fatto costretto a chiudere la sua fondazione, la Trump Foundation, dal procuratore generale di New York, secondo cui sarebbe stata usata come un “libretto degli assegni a favore dei suoi interessi politici e imprenditoriali”. Il procuratore generale, Barbara Underwood, ha spiegato che la stipula per sciogliere la Trump Foundation, sotto la supervisione della stessa procura, segue la decisione del mese scorso di un tribunale, che ha dato a Underwood il via libera per portare avanti la causa legale contro la fondazione.
La causa va avanti e Underwood punta a ottenere milioni di dollari in rimborsi e multe, e il divieto per il 45esimo presidente statunitense e i sue tre figli più grandi a far parte dei consigli di amministrazione di organizzazioni di beneficenza. Per Underwood, su tratta di una “vittoria importante dello stato di diritto, che rende chiaro che c’è solo un insieme di regole che vale per tutti”. “Porteremo avanti la causa per assicurarci che la fondazione e i membri del board rispondano delle loro chiare e ripetute violazioni della legge federale e statale”. In base alla stipula accordata, la Fondazione potrà distribuire i suoi asset rimanenti a organizzazioni di beneficenza di New York approvare dalla procura.
La fondazione avrebbe tenuto una “continua condotta illegale”; Underwood ha reso noto che le sue indagini hanno scoperto “un disegno scioccante di illegalità riguardante la Trump Foundation, compreso un coordinamento illegale con la campagna presidenziale di Trump”. A giugno, Trump aveva commentato su Twitter: “Gli squallidi democratici di New York […] stanno facendo tutto il possibile per farmi causa per una fondazione che ha preso 18.800.000 dollari e ha dato in beneficenza più di quanto ricevuto, 19.200.000 dollari”.