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Trump dichiara vittoria in Siria e toglie sanzioni a Turchia. Siglato un “accordo storico” tra Putin ed Erdogan

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato dalla Casa Bianca che è stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco “permanente” tra la Turchia e le forze democratiche siriane (Sdf) e che, per questo, ha dato ordine di rimuovere le sanzioni imposte contro Ankara dopo il lancio dell’operazione militare turca nel nord della Siria. Trump ha detto che “un cessate il fuoco permanente” sarà difficile da mantenere nella regione, ma di sperare che durerà e metta fine al conflitto tra turchi e curdi. “Credo davvero che sarà permanente. È un risultato creato da noi, gli Stati Uniti, e nessun altro. Abbiamo fatto qualcosa di davvero, davvero speciale” ha detto. “Negli ultimi cinque giorni, abbiamo visto che il cessate il fuoco che abbiamo stabilito lungo il confine siriano ha tenuto, e ha tenuto molto bene, al di là delle aspettative.

In mattinata, il governo turco ha informato la mia amministrazione che stanno fermando i combattimenti e la loro offensiva in Siria, rendendo il cessate il fuoco permanente. Per questo, ho ordinato al segretario al Tesoro di togliere tutte le sanzioni imposte il 14 ottobre in risposta all’offensiva turca contro i curdi nella zona di confine nel nord-est della Siria” ha dichiarato il presidente statunitense. I commenti di Trump seguono un tweet mattutino, in cui aveva parlato di “zone sicure” lungo il confine tra Turchia e Siria, dopo aver ricevuto critiche da repubblicani e democratici per la decisione di ritirare le truppe statunitensi. A questo proposito, ha dichiarato che “l’annuncio di oggi dà forza alle nostre azioni con la Turchia, che solo un paio di settimane fa erano state disprezzate, e ora la gente dice: ‘Wow, che grande risultato, congratulazioni'”. Trump ha parlato ore dopo l’avanzata delle truppe russe nel nord della Siria per facilitare il ritiro dei combattenti curdi dall’area. Ieri, il presidente russo Vladimir Putin ha raggiunto un accordo con l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, per pattugliare congiuntamente l’area al confine.

Dopo quasi sei ore di colloqui a Sochi, nel Sud della Russia, Erdogan e il collega russo Putin hanno raggiunto “un accordo storico” sulla Siria. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha spiegato: “A partire dalle 12 del 23 ottobre 2019, la polizia militare russa e le guardie di frontiera siriane entreranno nella zona siriana dal confine turco, fuori dall’area dell’operazione Peace Spring (l’offensiva turca niziata il 9 ottobre, ndr)”. In base all’accordo, da ieri alle 12, ai miliziani dell’Ypg (unità di protezione del popolo, ndr) “vengono concesse altre 150 ore per lasciare con le loro armi la zona di sicurezza di 30 chilometri, così come Tell Rifat e Manbij”. Trascorse le 150 ore, ha spiegato il leader turco, nelle zone a Est e Ovest dell’area dove è stata condotta l’offensiva turca “saranno dispiegate pattuglie turco-russe che potranno agire a una profondità di 10 chilometri”.

A poche ore dalla scadenza della tregua ottenuta giovedì scorso dagli Stati Uniti per fermare l’offensiva militare lanciata da Ankara il 9 ottobre scorso contro i curdi nel Nord-Est della Siria, la Turchia mette in questo modo fine alle sue operazioni militari nel Nord della Siria e da ora in poi tutto dipenderà dal ritiro dei miliziani curdi dal confine turco. I curdi, principali alleati degli Stati Uniti nella lotta contro l’Isis, sono stati costretti a lasciare il nord della Siria dall’operazione militare turca, avviata da Ankara dopo la decisione di Washington di ritirare le truppe statunitensi. Un rapporto di Amnesty International, pubblicato sabato, accusa le forze militari turche e i gruppi armati siriani sostenuti da Ankara di aver commesso crimini di guerra nel nord-est della Siria durante le recenti incursioni. “Ho visto i rapporti [sui crimini, ndr], sono orribili, se accurati, e presumo che lo siano, sarebbero dei crimini di guerra” ha detto il segretario alla Difesa statunitense, Mark Esper, in un’intervista alla giornalista Christiane Amanpour, andata in onda sulla Cnn.

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