Trump difende il “muslim ban” e attacca il dipartimento di Giustizia: “DIVIETO DI VIAGGIO!”

Per il capo della Casa Bianca è stato mandato alla Corte Suprema “una versione annacquata e politicamente corretta” del suo piano originale

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha difeso con veemenza il suo divieto di viaggio, accusando su Twitter il dipartimento di Giustizia di aver mandato alla Corte Suprema “una versione annacquata e politicamente corretta” del suo piano originale. Nel weekend, Trump aveva difeso la necessità di un inasprimento dei controlli sull’immigrazione, alla luce dell’attentato di Londra. “Gente, gli avvocati e i tribunali possono chiamarlo come vogliono, ma io lo chiamo per quello che è, di cui abbiamo bisogno: un DIVIETO DI VIAGGIO!”. I funzionari dell’amministrazione avevano sempre evitato di definirlo “un divieto”, dopo che i critici avevano cominciato a chiamarlo “muslim ban”, divieto per i musulmani, visto che i due ordini esecutivi, poi bloccati in tribunale, vietano l’ingresso nel Paese ai rifugiati e, per 90 giorni, ai cittadini di sette (poi diventati sei) Stati a maggioranza musulmana. A gennaio, il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, aveva detto ai media che le restrizioni ai viaggi non potevano essere definite “un divieto”. “Trump lo ha detto molto chiaramente che questo non è un ‘Muslim ban’, non è un ‘travel ban’, ma un sistema di controllo per tenere al sicuro gli americani”. Secondo Spicer, non poteva essere definito ‘un divieto’ perché “lascia entrare milioni di persone”. La scorsa settimana, l’amministrazione Trump si è rivolta alla Corte Suprema per poter applicare l’ordine esecutivo. Poi, in altri due tweet, Trump ha attaccato il dipartimento di Giustizia, che “avrebbe dovuto tenere l’originale divieto di viaggio, non la versione annacquata e politicamente corretta che ha sottoposto alla Corte Suprema. Il dipartimento di Giustizia dovrebbe chiedere un’audizione veloce sul divieto di viaggio annacquato davanti alla Corte Suprema e cercare di fare una versione molto più dura”. La versione originale, oltre a includere un settimo Paese a maggioranza musulmana (l’Iraq, oltre a Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen), non escludeva esplicitamente dalle restrizioni le persone in possesso di visti e carta verde. Poi, il presidente ha aggiunto: “CONTROLLEREMO IN MODO ECCEZIONALE le persone che arrivano negli Stati Uniti per aiutare a tenere il nostro Paese al sicuro. I tribunali sono lenti e politici!”.