Gli storici studiano il passato, Allan Lichtman predice il futuro. Dal 1984 anno della seconda vittoria di Ronald Reagan, al 2016, quando Lichtman fu l’unico a predire l’elezione di Donald Trump: il professore emerito di storia alla American University di Washington non ha sbagliato una elezione presidenziale. Merito del sistema che elaborò con un sismologo russo: tredici chiavi, ovvero tredici domande cui rispondere vero o falso; se almeno sei sono false, la via della Casa Bianca è sbarrata.
Per il 2020 gli indici sono chiari: Donald Trump non può essere rieletto. Colpito dalla pandemia, non ha capito che bisogna saper governare non fare solo campagna. Sentiamo Lichtman: “Di fronte a queste sfide non le ha affrontate ma è tornato al programma del 2016: parlare, parlare. Il risultato è un disastro, e perde altre tre chiavi: l’economia a breve termine perché siamo in recessione, quella a lungo termine perché la crescita è negativa, la chiave della crisi sociale per i disordini che attraversano il paese”. Ma secondo Lichtman non si può dire che a vincere sarà Joe Biden: “Dato che Trump perde, e Biden è il suo sfidante, Biden matematicamente vince. Ma non ha nulla a che fare con Biden. Non ho neanche citato il ruolo di Biden nelle sette chiavi che sono contro Trump”.
Il suo è un sistema matematico nato all’inizio degli anni Ottanta: “Ho inventato il sistema delle chiavi per caso nel 1981; ero un ricercatore invitato a Caltech, a Pasadena nel sud della California. Lì incontrai il più grande esperto di previsioni dei terremoti, Vladimir Keilis-Borok di Mosca. Studiammo ogni presidenziale dall’elezione di Abraham Lincoln nel 1860 a quella di Ronald Reagan nel 1980. Usando le tecniche di previsione dei terremoti, il riconoscimento di certi pattern, derivammo le tredici chiavi che possono distinguere il sisma dalla stabilità in base a un semplice calcolo. Se sei chiavi o più vanno contro il partito che siede alla Casa Bianca, quel partito perderà”.