Politica

Trump sferra un ultimatum globale: da Groenlandia a Nato, un nuovo ordine mondiale?

Nella sala dorata del resort Mar-a-Lago, un Donald Trump in perfetta forma ha sferrato, in una conferenza stampa da record, una serie di dichiarazioni che avrebbero potuto far tremare i mercati globali, ridefinire le alleanze internazionali e accendere un nuovo fronte di conflitti. Con stile tipicamente trumpiano, il presidente eletto non ha lasciato nulla all’immaginazione, promettendo annessioni, minacce e una riforma drastica delle politiche estere americane.

Trump ha esplicitamente rifiutato di escludere l’uso di forze militari per annettere territori strategici come la Groenlandia e il Canale di Panama, dichiarando che la sicurezza economica nazionale potrebbe richiedere tali azioni. Ha inoltre lanciato un monito agli alleati NATO, avvertendo che senza un aumento della spesa militare al 5% del PIL, l’ombrello di protezione americano contro un attacco russo potrebbe improvvisamente scomparire. L’asse con il Medio Oriente è stato scosso da una dichiarazione di guerra implicita contro Hamas, con Trump che ha avvertito che, se gli ostaggi israeliani non saranno rilasciati entro il suo insediamento, il 20 gennaio, si preparerà un “inferno” in Medio Oriente.

La risposta di Panama è stata fulminea e risoluta. Javier Martínez-Acha, ministro degli Esteri, ha ribadito con fermezza che la sovranità del Canale di Panama è “non negoziabile”, smentendo categoricamente le accuse di Trump riguardo a presunte operazioni cinesi.

Il tono della conferenza è stato di sfida e provocazione. Trump ha respinto con forza qualunque esclusione di “coercizione militare ed economica” per ottenere i suoi obiettivi geopolitici. Non ha risparmiato critiche al giudice Juan Merchan, chiamato “molto disonesto”, e ha attaccato la politica estera di Joe Biden, addossandogli la responsabilità dell’invasione russa in Ucraina.

Su un campo legale altrettanto battagliero, Trump ha definito il procuratore speciale Jack Smith “un individuo squilibrato”, mentre ha lodato la giudice federale Aileen Cannon per aver bloccato la pubblicazione di un rapporto critico sul suo ruolo nell’insurrezione del 6 gennaio. “Non ho fatto niente di male”, ha insistito Trump, utilizzando le sue vittorie legali come scudo contro le accuse.

Non solo politica estera, ma anche economia e identità nazionale sono state sotto i riflettori, con la proposta di nuovi dazi e la rinominazione del Golfo del Messico in “Golfo d’America”. Il presidente eletto ha anche elogiato la visita di Giorgia Meloni, descrivendola come un gesto di grande rispetto.

Questa conferenza ha delineato un’agenda di Trump che promette una rivoluzione nei rapporti internazionali e nella sicurezza globale, lasciando il mondo a chiedersi: quale sarà il prossimo capitolo della presidenza Trump?

Pubblicato da
Eleonora Fabbri