Libia, dopo imbarazzanti silenzi Palazzo Chigi ammette: stiamo fornendo sostegno logistico

LOTTA AL TERRORISMO Gentiloni: “Presto riapriremo ambasciata a Tripoli”. Le opposizioni all’attacco: Gravissimo che italiani scoprono che il proprio Paese è militarmente impegnato dalla stampa e non dal governo” di Giuseppe Novelli

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di Giuseppe Novelli

gentiloniMentre le truppe speciali italiane operano in Libia, Matteo Renzi manda un messaggio a tutti i militari impegnati in operazioni all’estero e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (foto) assicura che “presto l`Italia potrebbe riaprire la sua ambasciata a Tripoli, chiusa nel febbraio 2015”. Il governo prova a gestire la notizia delle operazioni in Libia, mentre continuano ad arrivare richieste di riferire in Parlamento. Renzi, collegandosi con i contingenti italiani all’estero, ha ringraziato i militari e ha spiegato che il ruolo dell’Italia è decisivo a livello internazionale: “Siamo davvero molto orgogliosi di chi come voi, serve la patria in momenti di difficoltà, di difficoltà anche inedita rispetto al passato, ma non per questo meno pericolosa. Il mondo di oggi ha bisogno di voi, ha bisogno di noi, dell’Italia”. Il premier parla a tutti i militari impegnati all’estero, ma è significativo che il messaggio arrivi all’indomani della notizia dell’impiego di truppe speciali in Libia. E’ Gentiloni, sul Corriere della sera, a dare qualche dettaglio sull’impegno delle forze speciali: “Sul piano militare stiamo fornendo alle operazioni antiterrorismo un sostegno logistico. Se ci saranno richieste di ulteriori attività di addestramento della guardia presidenziale e di sostegno alla guardia costiera le valuteremo. Sarraj ci ha fatto avere la lettera della quale avevamo parlato giorni fa, quando mi aveva chiesto una presenza della nostra Sanità militare”.

Il governo, peraltro, deve affrontare le diverse richieste di dibatitto parlamentare arrivate dalle opposizioni. Le missioni delle forze speciali, che non rispondono alla Difesa ma sono direttamente sotto il controllo di palazzo Chigi, sono state autorizzate con il decreto-missioni dello scorso autunno, ma questo non ha impedito a M5s, di attaccare il governo: “Gli italiani scoprono che il proprio Paese è militarmente impegnato in Libia con forze speciali impiegate per lo sminamento e addestramento delle forze filo governative libiche. E` gravissimo che lo apprendano dalla stampa e non dal governo, che sino ad oggi ha nascosto la verità al Parlamento e al Paese senza mai degnarsi di metterci la faccia e dire le cose come stavano”. Critiche alle quali risponde Pier Ferdinando Casini, in una nota: “Chi protesta contro la presenza italiana in Libia deve, sotto il profilo giuridico, aggiornarsi e imparare le regole; sotto il profilo umano, deve un pochino vergognarsi perché non possiamo sempre pensare che siano gli altri a risolverci i problemi, dopo che per mesi abbiamo enunciato una leadership italiana. L’assistenza umanitaria, l’istruzione militare e la concessione delle basi sono il minimo che possiamo fare per adempiere alle nostre responsabilità”. Spiegazione che non convince Maurizio Gasparri, di Fi: “Ho simpatia e stima per il presidente Casini ma potrebbe risparmiarci le lezioncine di ferragosto. Sappiamo bene ciò che abbiamo approvato. Il governo può agire in maniera riservata per limitati interventi riguardanti operazioni che potremmo definire, semplicisticamente, di competenza dei Servizi segreti o di sicurezza. Un coinvolgimento di altra natura non è consentito dalle leggi che abbiamo votato”.