di Giuseppe Novelli
Il governo, peraltro, deve affrontare le diverse richieste di dibatitto parlamentare arrivate dalle opposizioni. Le missioni delle forze speciali, che non rispondono alla Difesa ma sono direttamente sotto il controllo di palazzo Chigi, sono state autorizzate con il decreto-missioni dello scorso autunno, ma questo non ha impedito a M5s, di attaccare il governo: “Gli italiani scoprono che il proprio Paese è militarmente impegnato in Libia con forze speciali impiegate per lo sminamento e addestramento delle forze filo governative libiche. E` gravissimo che lo apprendano dalla stampa e non dal governo, che sino ad oggi ha nascosto la verità al Parlamento e al Paese senza mai degnarsi di metterci la faccia e dire le cose come stavano”. Critiche alle quali risponde Pier Ferdinando Casini, in una nota: “Chi protesta contro la presenza italiana in Libia deve, sotto il profilo giuridico, aggiornarsi e imparare le regole; sotto il profilo umano, deve un pochino vergognarsi perché non possiamo sempre pensare che siano gli altri a risolverci i problemi, dopo che per mesi abbiamo enunciato una leadership italiana. L’assistenza umanitaria, l’istruzione militare e la concessione delle basi sono il minimo che possiamo fare per adempiere alle nostre responsabilità”. Spiegazione che non convince Maurizio Gasparri, di Fi: “Ho simpatia e stima per il presidente Casini ma potrebbe risparmiarci le lezioncine di ferragosto. Sappiamo bene ciò che abbiamo approvato. Il governo può agire in maniera riservata per limitati interventi riguardanti operazioni che potremmo definire, semplicisticamente, di competenza dei Servizi segreti o di sicurezza. Un coinvolgimento di altra natura non è consentito dalle leggi che abbiamo votato”.