di Maurizio Balistreri
E’ di almeno 5 morti e 11 feriti il bilancio di tre esplosioni avvenuti due nella capitale irachena Baghdad ed una a Tikrit città che ha dato i natali al defunto dittatore Saddam Hussein. “L’esplosione di un ordigno contro una pattuglia di al Hasha al Shaabi (“Mobilitazione popolare”, milizie sciite filo-governative, ndr) nel distretto di Abu Ghreib (parte sud-occidentale di Baghdad) ha causato la morte di tre militanti ed il ferimento di altri 4″, ha detto il colonnello di polizia Salman al Numan citato dalla tv satellitare al Sumaria. L’esplosione di un secondo ordigno nei pressi di un mercato nella zona di al Madaen (Sud della capitale) ha invece “ucciso 3 civili e ferito altri sette”, ha aggiunto lo stesso colonnello di polizia. Il terzo attentato è avvenuto invece a ovest di Tikrit città del governatorato di Salhuddine a nord di Baghdad, quando “un artificiere è rimasto ucciso ed un capitano ferito mentre stavano cercando di disinnescare un rudimentale ordigno seminato lungo una strada nel quartiere di al Dayyium”, come ha riportato da font di sicurezza la tv satellitare curda “Rudaw”.
Un’affermazione che ha scatenato l’ira del parlamento di Baghdad, che con un voto ha sollecitato il governo iracheno “a rivedere le relazioni finanziarie e economiche” con Ankara. La Turchia sostiene di avere inviato l’anno scorso un contingente militare nella zona di Bashiqa, a Nord-Est di Mosul, nell’ambito di una missione internazionale per addestrare l’esercito iracheno in vista della grande offensiva per la liberazione del capoluogo. Agli iracheni, in particolare gli sciiti, non piace il sistematico sostegno dato da Ankara alla minoranza arabo-sunnita e a quella di etnia turcomanna: per questo definiscono il contingente turco “una forza d’occupazione”. A mettere i paletti alle argomentazioni di Ankara ci ha pensato il portavoce della coalizione internazionale a guida americana. Il colonnello John Dorian, citato dalla tv curda “Rudaw”, ha detto oggi: “Le forze turche presenti in territorio iracheno non sono andate con il permesso dell’Iraq e pertanto non sono ufficiali”, ha detto, spiegando poi che “gli Stati che fanno parte della Coalizione sono presenti in Iraq con il permesso del governo iracheno e sono forze che appoggiano l’esercito iracheno in cielo e in terra”.
Sulla vicenda, senza fare cenno alle dichirazioni del colonnello Usa, è intervenuto il vice presidente turco Numan Kurtulum, conr una precisazione: “Le forze curde sono a Bashiqa, sono lì in coordinamento con il governo autonomo della regione del Kurdistan”, ha detto il vice di Erdogan prima di aggiungere che “nessuno più contestare la presenza a Bashiqa (Nord-Est di Mosul) delle nostre forze fino a quando l’Iraq è diviso”. Sta di fatto che in tutto l’Iraq sciita sta montando una forte ostilità contro il governo turco. In particolare Hadi al Amari capo di al Hashd al Shaabi (“Mobilitazione popolare”; potente alleanza di milizie sciite), accusando Erdogan di “settarismo”, ha dichiarato minaccioso che le sue milizie riterranno qualsiasi forza straniera che parteciperà alla battaglia di Mosul alla stregua dell’Isis e come tale combattuta”, come ha riportato la tv satellitare iraniana in lingua araba “Alalam”.