Giornata da dimenticare per la Commissione europea oggi a Strasburgo. A sorpresa, il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha deciso di rinviare il voto della plenaria, inizialmente previsto per domani, sul controverso negoziato in corso con gli Stati Uniti per il trattato sul commercio e gli investimenti (Ttip); inoltre i coordinatori dei gruppi politici si sono messi d’accordo su una sorta di “bocciatura pregiudiziale” della modifica proposta dalla Commissione europea all’attuale regime Ue di autorizzazionene dei prodotti geneticamente modificati (Ogm). Il rinvio del voto sul Ttip è dovuto al riconoscimento, da parte di Schulz, dell’impossibilità di far esprimere il Parlamento con una forte maggioranza a sostegno della Commissione europea, a causa delle divisioni fra Ppe, da una parte, e S&D (Socialisti e Democratici) dall’altra. Il gruppo S&D, in particolare (come la sinistra radicale del Gue, i Verdi e la componente del M5s italiano nel gruppo euroscettico Efdd), è fortemente contrario all’Isds, il dispositivo di protezione degli investitori esteri nelle dispute con gli Stati, perché prevede che le “sentenze” siano decise da tribunali extraterritoriali privati, e senza possibilità di appello.
Il Ppe sostiene invece la posizione della Commissione europea, che propone un “nuovo” Isds modificato con una timida riforma. Il fascicolo torna ora in commissione europarlamentare Commercio perché si possa lavorare ancora a un compromesso fra i maggiori gruppi. Quanto alla modifica proposta alla direttiva sui prodotti Ogm, che consentirebbe agli Stati membri di decidere dei “divieti d’uso” nazionali per prodotti transgenici autorizzati a livello comunitario, i coordinatori dei gruppi hanno deciso di nominare come relatore il presidente della commissione europarlmentare Ambiente, l’italiano Giovanni La Via (Ncd/Ppe) dandogli direttamente il compito di respingere al mittente la proposta della Commissione europea. A metà luglio, La Via presenterà la relazione, motivando le ragioni della bocciatura (una fra tutte: il rischio di segmentazione del mercato unico). Il voto in plenaria è previsto a ottobre.
Quella che viene sonoramente bocciata in questo caso è la strategia dell’Esecutivo comunitario, che, dopo essersi impegnato con il suo presidente, Jean-Claude Juncker, a dare più poteri agli Stati membri durante il processo di autorizzazione comunitaria degli Ogm, ha invece proposto di dare agli Stati una sorta di opt-out dopo l’autorizzazione, ma con condizioni in realtà molto difficili da realizzare. E’ una proposta che ha creato una situazione quasi inedita: non piace davvero a nessuno, né a destra né a sinistra nel Parlamento europeo, né al fronte favorevole agli Ogm né a quello contrario, né ai governi in Consiglio Ue, dove il primo giro di consultazioni ha visto un’opposizione generalizzata da parte dei Ventotto.