Infatti, gli effetti dell`attività fisica, praticata durante e dopo un tumore del seno, influenzerebbero positivamente il rischio di ricadute del tumore (recidive) e di mortalità; ridurrebbero gli effetti collaterali delle terapie (sia la chemioterapia che la terapia ormonale) e tutelerebbero anche la stabilità psicologica, mettendo cioè la donna in terapia più al riparo dal rischio di episodi depressivi, e cognitiva. È dimostrato, infatti, che alcuni trattamenti come la chemioterapia o la terapia ormonale, in una minoranza di donne, possono danneggiare parzialmente le capacità di attenzione, memoria e di eloquio. L`attività fisica, fungendo da scudo con una azione protettiva sull`ippocampo, l`area cerebrale responsabile delle funzionalità cognitive, ne favorirebbe lo sviluppo, a vantaggio di un generale benessere mentale e psicologico per la donna. “L’attività fisica – dichiara il professor Michelino De Laurentiis, direttore della Divisione di Oncologia Medica Senologica della Fondazione Pascale di Napoli – è uno strumento tra i più ‘efficaci’ e con funzionalità terapeutiche nel trattamento del tumore del seno. L’indicazione per tutte le donne è dunque di praticare regolare attività fisica – aggiunge De Laurentiis – aggiungendo alla classica camminata quotidiana anche un impegno ulteriore in palestra, in piscina, della corsa, del ballo o qualsiasi attività sportiva di proprio gradimento: attività che vanno praticate almeno due volte a settimana come raccomandato da tutti i maggiori organismi internazionali sia prima, quale fattore preventivo, sia durante che dopo un tumore al seno”.