Tumori, al Sud solo una donna su cinque fa la mammografia

Tumori, al Sud solo una donna su cinque fa la mammografia
11 settembre 2017

La mammografia, fondamentale per individuare il tumore al seno in fase precoce, ha ridotto la mortalita’ di quasi il 2 per cento ogni anno nell’ultimo ventennio, eppure ancora troppe donne non si sottopongono all’esame, perche’ non sono state raggiunte dai vari programmi regionali di screening o perche’ per loro scelta non lo fanno (quasi sempre per paura). I dati sono preoccupanti specialmente al Sud, dove solo una donna su 5 nella fascia di eta’ 50-69 anni, quella attualmente indicata, si sottopone a mammografia. E’ quanto sottolinea Stefania Gori, presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Complessivamente, nel 2015 circa 3 milioni e 162 mila italiane sono state invitate a eseguire la mammografia, l’80 per cento del totale, ma solo il 55% ha aderito (1 milione e 728mila). Le differenze regionali sono eclatanti: al Nord la copertura raggiunge il 90%, con il 63% che aderisce, al Centro la copertura e’ dell’85% (con il 56% che aderisce) e al Sud la copertura e’ piu’ bassa, del 60%, con un’adesione del 36%. Le differenze regionali, insomma, riguardano sia l’attivita’ di screening da parte delle istituzioni sia la risposta delle donne coinvolte, calando entrambe progressivamente scendendo da nord a sud. C’e’ anche una percentuale del 20 per cento di donne che sceglie di fare screening autonomamente, al di fuori dei programmi pubblici.

“Lo screening nelle donne dai 50 ai 69 anni ha contribuito in maniera determinante a ridurre la mortalita’ per cancro del seno nell’ultimo ventennio, con una diminuzione costante e statisticamente significativa (-1,9% anno)”, spiega Gori. “E il test, attualmente raccomandato con cadenza biennale alle donne fra i 50 e i 69 anni, dovrebbe essere esteso fino a 74 anni. Oggi solo Emilia-Romagna e Piemonte hanno ampliato in maniera strutturata la fascia d’eta’ da coinvolgere nei programmi di screening”. Nel 2015 il numero di donne invitate a eseguire l’esame e’ aumentato di quasi il 14% rispetto all’anno precedente. E i risultati evidenziano che grazie a questo test nel 2012-13 sono stati identificati piu’ di 13.000 carcinomi. “Nel 2016 sono stati stimati in Italia circa 50.200 nuovi casi di tumore del seno e 692.955 donne vivono dopo la diagnosi – continua la dottoressa Gori – l’innovazione prodotta dalla ricerca ha permesso di raggiungere risultati importanti. Oggi l’87% delle persone colpite da questa malattia nel nostro Paese guarisce, una percentuale superiore non solo alla media europea (81,8%) ma anche al Nord Europa (84,7%). Si tratta di un risultato eccezionale, da ricondurre alle campagne di prevenzione e a trattamenti innovativi sempre piu’ efficaci”. E, se si interviene ai primissimi stadi, le guarigioni superano il 90%.

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