Tumori, nuovo farmaco precisione efficace contro cancro vie biliari

Tumori, nuovo farmaco precisione efficace contro cancro vie biliari
27 novembre 2018

Si apre la strada a una nuova strategia di cura per il colangiocarcinoma non operabile e non piu’ responsivo alla chemioterapia grazie a derazantinib, un inibitore selettivo di FGFR2. Lo evidenzia lo studio condotto su pazienti afferenti a importanti Cancer Centers europei e americani guidati dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano e pubblicato sul British Journal of Cancer. Derazantinib stabilizza la malattia in oltre l’80 per cento dei casi e ne provoca una regressione nel 20 per cento dei pazienti, a fronte di una tossicita’ del trattamento molto contenuta.

“Alcuni studi di genetica molecolare su campioni prelevati da pazienti con colangiocarcinoma hanno dimostrato che in circa il 20 per cento di questi tumori e’ presente una ‘traslocazione’ nel gene di un recettore cellulare denominato FGFR2″, spiega Vincenzo Mazzaferro dell’Istituto Nazionale dei Tumori. “Poiche’ il gene va incontro a rottura e ricombinazione, si crea una proteina ‘di fusione’ che stimola la cellula a proliferare senza controllo”, aggiunge. Questo meccanismo che favorisce la crescita del tumore puo’ essere contrastato da farmaci “di precisione” sintetizzati per bloccare l’attivita’ del recettore FGFR2, come ha dimostrato derazantinib. “I risultati ottenuti confermano la necessita’ di selezionare il colangiocarcinoma sulla base della presenza del recettore FGFR2”, continua Mazzaferro. “Inoltre, sottolinea l’importanza di trattare i pazienti potenzialmente sensibili con l’inibitore specifico”, aggiunge.

Il colangiocarcinoma intraepatico (ICCA) e’ una neoplasia ad elevata malignita’ che origina dalle vie biliari all’interno del fegato. La terapia piu’ efficace e’ l’asportazione chirurgica del tumore (resezione o trapianto), che e’ tuttavia possibile solo nel 30-40 per cento dei pazienti, con una probabilita’ elevata di recidiva. Nei pazienti in cui l’intervento chirurgico non e’ possibile o e’ controindicato, la cura di scelta e’ la chemioterapia che, tuttavia, ha un’efficacia limitata nell’arrestare la progressione tumorale. Per i pazienti non responsivi alla chemioterapia, ad oggi, non sono disponibili valide opzioni terapeutiche, con una prognosi invariabilmente fatale. Per questa fascia di pazienti, l’identificazione di una nuova cura potra’ fornire un beneficio terapeutico. “I risultati ci hanno consentito di partire con un nuovo studio molto piu’ ampio”, dice Mazzaferro. “L’obiettivo e’ quello di approfondire gli aspetti correlati allo sviluppo di resistenze contro questo tipo di farmaci, con promettenti implicazioni nell’ambito della cosiddetta oncologia di precisione, anche ad integrazione delle prospettive chirurgiche di trattamento dei colangiocarcinomi”, conclude.

Le strategie di cura derivate da questa e da altre lezioni dell’oncologia di precisione tendono a far applicare i farmaci a bersaglio molecolare come il derazantinib non solo a pazienti con tumore avanzato e non operabile, ma anche a stadi di tumore piu’ precoci, asportabili con interventi chirurgici. Le caratteristiche di questi farmaci – molto specifici su alcuni sottotipi di tumore, poco tossici, rapidamente efficaci ma anche tendenti a ridurre in tempi relativamente brevi la loro azione in ragione di resistenze maturate dalle cellule neoplastiche – li rende ideali per le fasi pre-chirurgiche, in cui non gia’ il controllo della progressione di malattia ma la risposta terapeutica sul tumore asportabile puo’ diventare un significativo fattore di prognosi. Sono molti infatti i segnali che tendono ad attribuire alla “risposta” alla terapia con farmaci e con trattamenti non-chirurgici un ruolo predittivo davvero rilevante sul trattamento dei tumori solidi come il colangiocarcinoma. Si tratta di una prospettiva molto innovativa che affida sia alla terapia farmacologica di precisione che alle procedure chirurgiche modernamente interpretate, il compito di aumentare i margini di efficacia dell’intervento di asportazione di un tumore, riducendo le probabilita’ di recidiva e servendo quindi pienamente il principio dell’impiego massimo di risorse per coloro che davvero ne possono beneficiare.

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