Un marcia laica, senza simboli religiosi; una marcia pacifica. Migliaia di persone – circa 15.000 secondo fonti della sicurezza – in corteo da piazza Bab Saadoun al museo del Bardo, luogo di morte e di rinascita. Perché dal Bardo, da quella stele in ricordo delle 22 vittime dell’attentato del 18 marzo, la Tunisia riparte unita contro il terrorismo: “il nostro Paese è più forte di voi”, “Tunisia libera, fuori il terrorismo”, hanno scandito i manifestanti, sventolando migliaia di bandiere della Tunisia. “Tutti siamo venuti qui oggi per dire ‘no al terrorismo’ e per trasmettere un messaggio ai terroristi: la Tunisia è intoccabile”. Ingenti le misure di sicurezza. Militari, agenti di polizia in assetto antisommossa e blindati sono stati dispiegati a protezione dei partecipanti, tra cui alcuni capi di Stato e di governo, parlamentari ed esponenti della società civile. Per l’Italia, presenti la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, oltre a una delegazione di parlamentari. Fra gli altri, il presidente francese Francçois Hollande, il presidente del Gabon Ali Bongo, il leader palestinese Abu Mazen, il polacco Bronislaw Komorowksi, il premier algerino Abdelmalek Sellal. “La presenza oggi di tanti capi di Stato e di governo” porta con se un messaggio chiaro: “Noi non la diamo vinta ai terroristi”, ha detto il premier Renzi, che ha deposto una corona di fiori davanti al museo. “Noi continuiamo a combattere, affinché gli ideali di pace e di libertà si affermino ovunque.
Siamo qui al fianco delle autorità tunisine per dire che l’Italia fa parte di quella vasta fetta dell’umanità che crede nel futuro”, un futuro che “non lasceremo in mano agli estremisti”, ha commentato il presidente del Consiglio. La Tunisia, ha ricordato Renzi, “è un paese che sta tentando con determinazione di restituire speranza al proprio popolo”. “Ciò che è accaduto è una ferita terribile, drammatica, che sconquassa e squarcia anche la storia di alcune famiglie italiane”, ha aggiunto, alludendo ai nostri quattro connazionali morti. Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi, che ha inaugurato òa stele al museo Bardo in memoria delle vittime, ha rivolto “un grande saluto al popolo tunisino che ha dato prova di non volere arrendersi al terrorismo”. “Vi ringrazio tutti e dico al popolo tunisino: ‘avanti! Non siete soli'”, ha aggiunto in un breve discorso. Da parte sua, il francese Hollande ha chiesto alla comunità internazionale di unire le proprie forze nella “lotta al terrorismo”. “Dobbiamo lottare tutti contro il terrorismo”, ha spiegato, sottolineando che “il terrorismo ha voluto colpire un Paese, la Tunisia, che aveva aperto la Primavera araba e che ha avuto un percorso esemplare di democrazia, pluralismo e difesa dei diritti della donne”. Poco prima della grande marcia, il primo ministro tunisino Habib Essid ha annunciato l’uccisione del leader del principale gruppo jihadista del Paese, che aveva “diretto” l’attacco al museo Bardo dello scorso 18 marzo, Lokmane Abu Sakhr, insieme ad altri otto jihadisti della brigata Okba Ibn Nafaa. Sakhr era considerato il terzo uomo del commando che ha assaltato il Bardo ed era ricercato in tutto il Paese. E’ stato ucciso, assieme agli altri terroristi, “nella zona montuosa di Sidi Aich, nel governatorato di Gafsa”, ha detto un portavoce del ministero, Mohamed Ali Aroui. (fonte afp)