APERTURA

Turchia verso elezioni, Muharrem Ince e “la lupa” Meral Aksener i candidati che fanno tremare Erdogan

Mancano nove giorni alle elezioni presidenziali e legislative in Turchia, ed è la prima volta in una lunga parabola politica che il presidente Recep Tayyip Erdogan dimostra di essere così preoccupato per il risultato elettorale. Tanto che in un video circolato sui social media – suscitando un enorme scandalo – è lo stesso presidente a dirlo, suggerendo ai suoi sostenitori metodi poco ortodossi per evitare risultati spiacevoli.

Nel video condiviso su Facebook da un sostenitore dell` AKP, il presidente incita gli amministratori di quartiere afferenti al suo partito di fare in modo di impedire che il filo-curdo HDP non superi lo sbarramento elettorale del 10%. “Se loro resteranno sotto lo sbarramento, il nostro risultato sarà migliore”, si sente il presidente affermare. E sibillinamente aggiunge: “voi conoscete bene il profilo degli elettori del vostro quartiere e in base a questa conoscenza dovrete fare su di loro un`operazione adeguata. Io credo che in questo modo otterremo un risultato molto diverso”. Ma se l`eventuale superamento della soglia elettorale da parte del Partito democratico dei popoli (HDP) fa tremare Erdogan perché promette di far perdere la maggioranza parlamentare all`AKP, non sono da meno nemmeno i candidati presidenti dei partiti di opposizione.

IL CANDIDATO DEL CHP, MUHARREM INCE

La figura che più di tutte sta mettendo Erdogan sulla difensiva è il candidato del Partito repubblicano del popolo, Muharrem Ince, 54 anni. Da quando a inizio maggio è stato indicato come uno degli sfidanti delle presidenziali, Ince ha dimostrato di accrescere costantemente consensi, superando, secondo i sondaggi, fino a 10 punti percentuali il voto del CHP che da anni si aggira attorno al 20-25%. Figura che vanta 16 anni di esperienza come deputato tra le fila del partito fondato da Atatürk, Ince, con la sua sviluppata capacità retorica e la conoscenza dei punti deboli dell`avversario, è riuscito a capovolgere a proprio vantaggio lo schema populista utilizzato da Erdogan, che indica nell`AKP un sostenitore delle masse e del popolo contrapposti alle élite – chiamate anche “turchi bianchi” – rappresentate dal CHP. “Io sono il nero di questo Paese, il mio rivale è un turco bianco che beve tè bianco nel suo palazzo”, ha detto Ince di fronte ad una folla acclamante a Istanbul lo scorso 10 giugno.

“Lui non è più come era un tempo. Lui si è dimenticato di quando era povero. Lui vive circondato da beni lussuosi. Io sono figlio della nazione, del popolo. Erdogan rappresenta lo status quo, io il rinnovamento”. Ince, che colloca la Turchia sulla strada dell`adesione europea, ha promesso di abolire lo stato di emergenza dopo essere stato eletto – e lo stesso Erdogan è rimasto costretto a fare la stessa concessione ieri, dopo aver inizialmente prospettato un prolungamento indeterminato – e di riportare il Paese al sistema parlamentare entro 24 mesi. Un periodo che lui stesso definisce di “restaurazione” nel quale la politica da adottare sarà “libertaria, democratica, egualitaria e giusta”. Il politico che sfida seriamente Erdogan sembra avere alle spalle anche una solida squadra, in parte proveniente dal CHP, ma con diverse figure esterne al partito, inclusi molti giovani. I giovani sono un gruppo a cui il candidato presidente si rivolge spesso, ricordando che hanno smesso di sognare, e promette loro di creare le condizioni per tornare a farlo, per poi poter anche realizzare quei sogni.

Ince sembra avere anche un`altra potenzialità. Quella di raccogliere un consenso trasversale anche dagli elettori degli altri partiti di opposizione. Da sempre considerato nell`ala più a sinistra del CHP, è stato l`unico candidato a visitare il candidato HDP, Selahattin Demirtas, che partecipa alle elezioni dal carcere. Durante il comizio a Diyarbakir, capoluogo della popolazione curda, per la prima volta si sono viste sventolare in piazza bandiere del CHP. Ma Ince sta bene attento a non urtare nemmeno i sentimenti della popolazione più conservatrice e nazionalista, elettrice del Partito “buono” (Iyi Parti) della candidata Meral Aksener, che ha ribadito il suo sostegno al politico, in un eventuale ballottaggio presidenziale. Un`altra opinione diffusa su Ince è che la sua performance sia riuscita a rendere addirittura “più democratico” il profilo degli altri candidati di opposizione.

LA “LUPA” DEL PARTITO IYI, MERAL AKSENER

A parte il fatto di essere la prima donna a concorrere per la presidenza, Aksener resta un altro avversario temuto per Erdogan che – a differenza di come fa con Ince – si guarda bene dall`attaccarla direttamente, per non inimicarsi l`elettorato nazionalista. La politica di 61 anni, conosciuta come “la lupa” nei circoli vicini al movimento degli ultranazionalisti, ha fondato il “Partito buono” dopo essere stata espulsa dal Partito di azione nazionalista (MHP), che ha scelto di allearsi con Erdogan e l`AKP. Nota per il carattere forte e l`utilizzo disinvolto di un linguaggio macista, Aksener colpisce l`AKP accusandone gli esponenti di “mancanza di onestà e onore”.

Attivamente in politica dal 1995 – inizialmente nel partito di centro-destra DYP, dal 2011 con i nazionalisti – tra il 1996-97 è stata ministro dell`Interno del governo Erbakan. Anni bui per il movimento politico curdo, segnato da numerose morti extragiudiziarie. E` anche per questo motivo che la Aksener, nei circoli curdi è considerata con estremo scetticismo. Ma la politica ha preso posizione a favore dello scarceramento del candidato HDP, affermando che incide negativamente sulla democrazia. Aksener ha detto di non approvare che “una persona – Demirtas – la cui candidatura alla presidenza ha avuto il benestare dalle istituzioni statali, continui a restare in prigione”. Un`altra critica l`ha rivolta alla “lotta al terrorismo” di Ankara, accusando il governo di utilizzare “per la prima volta la lotta al terrorismo per aumentare il consenso elettorale”.

Affermazioni considerate coraggiose, di una leader che pur rivolgendosi ad un elettorato di centro-destra e conservatore, gode anche di un ampio appoggio della popolazione nazionalista, per la quale la questione curda va essenzialmente risolta militarmente. La candidata del “partito buono” ha promesso – al pari di tutti gli altri candidati di opposizione – di abolire lo stato di emergenza riportando nel Paese il sistema parlamentare. Con una percentuale di preferenze che non sembra superare il 15% – secondo i vari sondaggi – la Aksener non sembra in grado di superare Ince. Ma la sua posizione per un eventuale ballottaggio sarà determinante per la scelta del futuro presidente turco.

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