S’è appena seduto in Giunta, e nel giro di ventiquattro ore, Roberto Agnello si ritrova sulla scrivania un miliardo di euro, frutto di un mutuo (uno dei tanti) che per trent’anni dovranno pagare i siciliani, e una manovra bis da 300 milioni di euro da portare in porto al più presto possibile in quanto, tra le altre cose, sono legati gli stipendi di circa 30.000 dipendenti di enti e consorzi collegati alla Regione. Per quanto riguarda il miliardo, l’assessore all’Economia della Regione Siciliana ha ben poco da inventare. Questa somma servirà a pagare una parte di debiti della Regione di cui circa il 70% contratti con aziende sanitarie che per la maggior parte operano fuori dell’Isola. La vera patata bollente nelle mani del consulente contabile, invece, è far quadrare i conti per portare a casa i 300 milioni per varare la manovra bis. Ecco perché in questo istante è a Roma. Con i tecnici del ministero, tra l’altro, dovrà capire quanto incideranno per le casse siciliane i famosi 80 euro che il premier Renzi ha deciso di dare a una parte di lavoratori. In questi giorni, in merito, le cifre si sono sprecate: c’è chi sostiene 120 milioni, c’è chi 200, c’è ancora come il governatore Crocetta che parla di 67 milioni. Un fatto è certo, l’aritmetica non è filosofia. Tutto questo disastro economico è soprattutto frutto della pesante impugnativa del commissario dello Stato che ha falcidiato mesi fa la Finanziaria, una norma varata con un po’ di leggerezza da parte del parlamento siciliano, in quanto, con maggiore responsabilità politica i danni prodotti potevano essere non del tutto evitati, ma certamente ridotti.
Intanto, Marco Falcone, capogruppo Fi all’Ars, sentenzia: “Saranno circa 200 i milioni di euro che il governo a trazione Pd sottrarrà alla Regione Siciliana nel 2014. Un vero e proprio pugno allo stomaco”. E ricorda che “il governo regionale, nella sua previsione finanziaria, aveva già congelato 400 milioni di euro quali accantonamenti, soldi che servirebbero per enti locali, precari, pagamenti di personale, sostegno di enti e teatri”. Altre cifre. “A questo si aggiungono i circa 500 milioni di euro bloccati in seguito all’impugnativa del Commissario dello Stato – prosegue Falcone -. A mio avviso quindi poco servirà il viaggio della speranza che l’assessore Agnello farà oggi a Roma per risolvere i problemi finanziari della Regione Siciliana. La stessa ipotesi di anticipare l’utilizzo dell’extragettito Irpef e Irap per il minore fabbisogno del piano di rientro dall’anno prossimo a quest’anno – conclude – varrà a poco in quanto si creerebbe un buco di bilancio nel 2015”.
Anche i sindacati sono in fibrillazione. “La manovra bis alla quale sta lavorando il governo mette in discussione i contratti collettivi di tutti gli enti e le societa’ della Regione, oltre che tagliare di oltre il 30% ed in alcuni casi fino al 50% i trasferimenti nei confronti degli stessi con pesanti ricadute sugli stipendi dei lavoratori che verrebbero ridotti proporzionalmente”. E’ quanto sostengono i segretari generali e quelli di categoria di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl che chiedono un incontro con l’assessore all’Economia Roberto Agnello e un’audizione in commissione Bilancio all’Ars. “Dal testo della manovra -per i sindacati- emergono gravi profili di incostituzionalita’, mentre altri elementi si prestano ad una piu’ che probabile impugnativa del commissario dello Stato”.
Attendiamo che Agnello atterri all’aeroporto Falcone-Borsellino. Una cosa è certa, cifre a parte, per i siciliani saranno altri dolori.