Tutto sui droni, da quelli “da giardino” a quelli illegali

Tutto sui droni, da quelli “da giardino” a quelli illegali
24 novembre 2015

droneI droni sono entrati a pieno diritto nel lessico quotidiano, e maggiormente negli ultimi giorni per le questioni relative alla gestione della sicurezza e dell’antiterrorismo sui grandi centri urbani. Ma di cosa si sta in realtà parlando? L’universo droni è di per sé estramente composito, dai droni da giardino a quelli utilizzati in operazioni critiche, senza dimenticare quelli che sorvolano illegalmente luoghi e persone. In ogni caso, i mezzi aerei a pilotaggio remoto (APR, questo l’acronimo tecnico aeronautico dei droni) hanno avuto negli ultimi un vero boom, costituendo di fatto una delle maggiori innovazioni nel campo dell’aviazione civile grazie anche alle sue potenzialità di impiego: sorveglianza del territorio, rilevamento dell’ambiente, trasmissione dati, riprese aeree, compiti di ordine pubblico, ispezioni di infrastrutture e impianti, sorveglianza del traffico, operazioni in ambienti ostili. L’ultimo Rapporto sull’attività svolta dall’Ente nazionale per l’aviazione civile nel settore degli APR – che sarà presentato il 2 dicembre nell’ambito del ciclo “Roma Drone Conference 2015-16” – indica in oltre 1.200 gli aeromobili a pilotaggio remoto che volano in Italia e 600 le aziende specializzate nella loro produzione. E proprio l’Enac è stata tra le prime autorità del settore al mondo a dotarsi nel dicembre 2013 di un regolamento ad hoc – aggiornato lo scorso luglio – che risponde a due esigenze fondamentali: da un lato garantire la sicurezza ai cittadini (sia quelli che sono sorvolati da un drone sia quelli che viaggiano su un aereo che si trova a condividere lo stesso spazio), dall’altro stabilire regole certe così da stimolare lo sviluppo industriale del settore.

 

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Senza entrare troppo nel dettaglio, l’Enac ha puntato sulla classificazione degli APR in base al peso al decollo – entro i 25 kg e dai 25 ai 150 kg – , alla possibilità o meno da parte del pilota di vedere l’APR e alla criticità delle operazioni specializzate. Tutti i Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto (SAPR) devono poter essere identificati tramite una targhetta apposta sul mezzo (cui si aggiungerà dal prossimo luglio un dispositivo elettronico) ed essere condotti da un pilota con regolare licenza. Prima di effettuare operazioni non critiche (cioè che non prevedono il sorvolo di aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani o infrastrutture sensibili) l’operatore deve presentare una dichiarazione all’Enac, mentre per le operazioni critiche (che necessitano di sistemi più complessi sotto il profilo della sicurezza) occorre un’autorizzazione dell’Ente che deve verificare l’accettabilità del rischio che può derivare a terzi e che quindi applica regole più stringenti che riguardano anche la durata massima di alcune di queste operazioni.

Gli APR con massa uguale o superiore a 25 kg che effettuano attività all’interno dello spazio aereo italiano, sono registrati dall’Enac mediante iscrizione nel Registro degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto, con l’apposizione di marche di registrazione dedicate e necessitano di un permesso di volo e di un certificato di navigabilità a seconda del tipo di operazioni. Per farsi un’idea in numeri del settore, gli ultimi dati ufficiali diffusi dall’Enac a dicembre dell’anno scorso (a un anno dalla pubblicazione del primo regolamento sugli APR e a 7 mesi dalla sua entrata in vigore parlano di 330 dichiarazioni presentate, di cui 253 sono state accettate (176 per attività sperimentale e 77 per operazioni specializzate); sono state autorizzate 8 operazioni critiche e 15 richieste, erano al tempo, in fase di valutazione. Sono state anche ricevute 5 domande di certificazione di tipo di APR. Quanto alle scuole, ne sono sorte molte e l’Enac ha approvato 43 Training Organization per corsi teorici e 3 per corsi pratici (ma 80 allora erano sotto esame). Il flusso delle domande, riferiva l’Enac lo scorso dicembre, è costante “e questo ci fa sperare di poter ridurre gli aspetti relativi ad attività ancora non legali in questo settore”.

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