A una settimana dalla peggiore sparatoria d’America ad opera di una sola persona, Orlando (Florida) è tornata a fare i conti con la violenza da armi da fuoco. Diversamente dalla tragedia del 12 giugno 2016 in cui 49 persone persero la vita nel night club per guy Pulse, quella che si è verificata ieri non ha nulla a che fare con il terrorismo e l’odio. E’ stato il gesto di un 45enne contro cinque ex colleghi ad avere provocato “l’incidente tragico” avvenuto dentro Fiamma, filiale americana dell’omonimo gruppo italiano con sede a Cardano al Campo (Varese) e conosciuto a livello mondiale nella fabbricazione di accessori tecnici per i veicoli del tempo libero come i camper. Il movente resta per il momento sconosciuto ma il killer, un reduce di guerra congedato nel 1999, era stato licenziato lo scorso aprile dall’azienda americana di cui – a detta dello sceriffo della contea di Orange, Jerry Demings (foto) – è presidente Carlo Pozzi. Si chiamava John Robert Neumann Jr, aveva 45 anni, razza bianca e nell’aprile 2014 era stato accusato di avere picchiato un suo collega; allora nessuna azione legale era stata mossa contro di lui ma pare che una delle vittime odierne “avesse un rapporto difficile con lui”, ha spiegato lo sceriffo.
Era conosciuto alle autorità per essere stato fermato mentre guidava in stato di ebbrezza e per possesso di sostanze stupefacenti. L’allarme era scattato con una telefonata di emergenza alle 8.03 del mattino, le 14.03 in Italia. Pochi minuti dopo le autorità locali erano arrivate sul posto dove avevano trovato morti tre uomini e una donna; un altro uomo è deceduto in ospedale. Il killer – che con sé aveva un grande coltello e un altro più piccolo – si era suicidato con una pistola semi automatica di cui non aveva la licenza. Per questo quando sono arrivate sul posto, le forze dell’ordine avevano subito detto che la situazione era “sotto controllo” e “contenuta”. Otto sono i sopravvissuti di cui uno forse non lavorava in Fiamma. Contattato da Askanews, il gruppo Fiamma in Italia non ha voluto commentare. Il consolato italiano a Miami ha spiegato ad Askanews di avere cercato di fare altrettanto senza alcun risultato e di avere parlato con l’ufficio dello sceriffo competente, chiedendo di restare aggiornato. Per il momento sono state identificate quattro delle cinque vittime e nessuna di loro sembra italiana. Si tratta di Robert Snyder, 69 anni; Brenda Montanez-Crespo, 44 anni; Kevin Clark, 53 anni; e Jeffrey Roberts, 57 anni; Kevin Lawson, 47 anni. In attesa di ulteriori sviluppi, il popolo di twitter ha criticato l’assenza di cinguettii da parte del presidente americano Donald Trump, amico della lobby più potente d’America per le armi da fuoco (la National Rifle Association). Se fosse stato musulmano o afroamericano, è la tesi che rimbalza sul sito di microblogging, ci sarebbe stata l’indignazione mondiale e nazionale. Se invece ad aprire il fuoco è un bianco, come successo, si finisce con il pensare che il killer ha forse problemi mentali e la questione passa nel dimenticatoio.