Uccise ex convivente a Palermo, definitiva condanna a 30 anni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale di Palermo e confermato la condanna a 30 anni di Benedetto Conti, imputato dell’omicidio della ex convivente Rosy Bonanno, 27 anni, uccisa con dieci coltellate il 10 luglio del 2013, davanti al figlioletto di due anni. L’omicidio avvenne nella casa dei genitori di lei dove si era trasferita a seguito della fine della relazione. Il Pg aveva chiesto di riconoscere l’aggravante della premeditazione. La donna aveva denunciato l’uomo per maltrattamenti in due occasioni, ma poi aveva ridimensionato le accuse.

Il processo si e’ svolto con il rito abbreviato e lo stesso pm di primo grado aveva chiesto la condanna a 30 anni. In appello era caduta l’aggravante della premeditazione, ma la pena era rimasta uguale. La Procura generale aveva chiesto ugualmente il ripristino e aveva fatto ricorso contro la decisione di secondo grado: la Suprema Corte o ha pero’ ritenuto inammissibile, chiudendo la partita giudiziaria. Rimane aperta la questione dei risarcimenti riconosciuti alla famiglia della vittima, costituita parte civile nel processo, ma Conti e’ nullatenente e non possiede il mezzo milione che dovrebbe dare al bambino, oggi di 7 anni. I prossimi congiunti della Bonanno si appellano al Fondo per i parenti e gli orfani delle vittime di femminicidio, ancora non istituito nel nostro Paese. Rosy Bonanno fu uccisa dopo avere inutilmente denunciato piu’ volte Conti, che la aveva minacciata. Ma i provvedimenti giudiziari nei confronti dell’uomo tardarono.