Politica

Biden non “punirà” il principe Mbs: costi diplomatici troppo alti

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non prenderà diretti provvedimenti contro il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Mbs), che in un rapporto dell’intelligence Usa è stato ritenuto responsabile dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, al consolato del regno a Istanbul, il 2 ottobre 2018. L’inquilino della Casa Bianca e i suoi collaboratori più vicini ritengono che i costi diplomatici di una misura punitiva diretta contro il principe saudita sarebbero troppo alti, secondo quanto si legge oggi sul New York Times.

La decisione di Biden è arrivata dopo settimane di dibattito in cui la sua squadra per la Sicurezza nazionale ha appurato, ad esempio, che non esiste modo di impedire formalmente all’erede della corona saudita di entrare negli Stati Uniti o di formulare accuse penali contro di lui, senza violare il rapporto che Washington intrattiene con uno dei suoi principali alleati arabi. Secondo i funzionari Usa, all’interno della Casa Bianca si è sviluppato un consenso sul fatto che il costo di un provvedimento diretto contro il principe saudita sarebbe altissimo, soprattutto nella cooperazione di Riad con Washington sull’antiterrorismo e nei confronti della Repubblica islamica d’Iran.

Ieri la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha annunciato comunque l’intenzione degli Stati Uniti “di ricalibrare le relazioni con il governo dell’Arabia Saudita a tutti i livelli”. Mentre molte organizzazioni per i diritti umani stanno facendo pressioni su Biden affinché imponga, come minimo, le stesse sanzioni di viaggio contro il principe ereditario che l’amministrazione di Donald Trump aveva deciso per altri cittadini sauditi coinvolti nel complotto. Fonti vicine a Biden, citate dal Nyt, hanno spiegato che il principe Mohammed non sarà invitato negli Stati Uniti nei prossimi mesi, mentre sarà valutata una serie di nuove azioni su funzionari di livello inferiore intesa a penalizzare l’élite saudita ed elementi dell’esercito saudita, assieme a nuovi deterrenti per le violazioni dei diritti umani.

Tali azioni, approvate dal segretario di Stato Antony J. Blinken, includono un divieto di viaggi in Usa per l’ex capo dell’intelligence saudita, profondamente coinvolto nell’operazione per l’uccisione di Khashoggi, e per la Rapid Intervention Force, un’unità della Guardia reale saudita che protegge il principe Mohammed, visto che si tratta di una forza sotto il suo diretto controllo. Blinken, inoltre, ha già annunciato provvedimenti per limitare i visti a chiunque si renda partecipe di sforzi atti a molestare, detenere o danneggiare dissidenti e giornalisti in tutto il mondo. Il segretario di Stato ha precisato che 76 cittadini sauditi saranno inseriti, in una prima fase, nell’elenco delle persone soggette a questa misura. askanews

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