Uccisione Soleimani, Conte preoccupato. Guerini: “Nostre missioni continuano”

Uccisione Soleimani, Conte preoccupato. Guerini: “Nostre missioni continuano”
Giuseppe Conte
4 gennaio 2020

“Forte preoccupazione per l’escalation in Medio Oriente”. Il governo italiano monitora la situazione e non nasconde la preoccupazione per i possibili sviluppi. Fonti di Palazzo Chigi riferiscono che dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, arriva un “appello alla moderazione, al dialogo e al senso di responsabilita’”. E lo sguardo e’ rivolto all’Unione europea che, secondo il premier, “in questa prospettiva puo’ giocare un ruolo fondamentale e offrire un contributo determinante”. Proprio per questo, fanno sapere da palazzo Chigi, Conte “si sta prodigando affinche’ l’Europa possa esercitare tutto il proprio peso diplomatico per evitare sviluppi imprevedibili e vanificare cosi’ tutti gli sforzi per stabilizzare l’area”. Naturalmente, la “massima attenzione e’ rivolta ai nostri militari nella regione”.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, dopo che la Nato ha fatto sapere di aver sospeso l’addestramento delle forze irachene all’indomani dell’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, spiega che “le missioni” militari italiane “continuano come programmato, dopodiche’ c’e’ stato un innalzamento delle misure di sicurezza previste in situazioni di questo tipo”. Nelle procedure di sicurezza innalzate “si e’ ritenuto di sospendere temporaneamente l’attivita’ di addestramento delle forze irachene che riprendera’ appena le condizioni lo consentiranno, ma la missione prosegue”, sottolinea ancora Guerini, secondo il quale pero’ “non ci sono elementi di preoccupazione legati ad evidenze particolari, ma c’e’ una situazione di tensione che richiede da parte nostra che vi sia un innalzamento delle misure di sicurezza”. Anche il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, ha espresso “preoccupazione” per gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq, sottolineando che “in quella regione la nostra priorita’ e’ e resta la lotta al sedicente Stato Islamico”.

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In quell’area, scrive sui social il ministro degli Esteri, “ci sono i nostri militari che sono stati gravemente feriti o sono morti per combattere Daesh, in ogni sua forma. Uomini e donne in uniforme che rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza. Il nostro pensiero va al loro operato e alla loro incolumita’”. Come il premier, anche il capo della diplomazia italiana ribadisce il “forte appello al dialogo e alla responsabilita’”, e auspica che l’Ue parli “con una sola voce”. Di Maio infine ricorda che “l’uso della forza non ha mai portato da nessuna parte”. E mentre tutte le forze politiche stigmatizzano l’escalation di tensione e violenza, torna a levarsi fuori dal coro la voce di Matteo Salvini, unico leader italiano a complimentarsi con il presidente Trump per l’uccisione di Soleimani. “Fra l’estremismo e la violenza islamica e la liberta’, non ho dubbi su chi scegliere: sempre e comunque la liberta’, la pace, il rispetto dei diritti umani e dei nostri valori cristiani”, afferma. Parole che sollevano le critiche del governo italiano: “Fare l’ultra’ mi sembra molto pericoloso e rischia di mettere in pericolo chi opera sul territorio italiano e anche tutti i nostri militari in questo momento all’estero”, osserva il viceministro dell’Interno, Matteo Mauri. Anche Nicola Fratoianni di Leu stigmatizza Salvini: “Non poteva mancare all’appello, a festeggiare per un atto di guerra, il rappresentante italiano degli irresponsabili”. Leu, con il senatore Francesco Laforgia chiede che il presidente del Consiglio riferisca quanto prima in Parlamento.

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