La guerra in Ucraina non sta per finire ma sta al contrario entrando nella fase decisiva, sia per “l’integrità territoriale” del Paese che per “l’esistenza” del governo del presidente Vladimir Putin in Russia: lo sottolineano fonti dell’agenzia Dire a Kiev e nel Donbass, un’area orientale nella quale potrebbero intensificarsi i combattimenti. “I russi non sono riusciti a prendere la capitale ma adesso trasferiranno reparti nel sud e nell’est, proprio dove mi trovo” riferisce uno degli interlocutori, che si sposta tra la città di Dnipro e quelle di Severodonetsk, Lysychansk e Rubizhne, situate più a est nella provincia contesa di Donetsk. “Ci rendiamo conto che Putin e il suo governo non potranno mai finire questa guerra senza nuove occupazioni o una qualche vittoria da sbandierare perché altrimenti mostrerebbero al loro popolo di aver perso”. La tesi è che in gioco ci sia “l’esistenza stessa della Russia attuale”, anche sul piano politico. “Almeno per un altro mese ci saranno battaglie e vittime e questo è drammatico” continua la fonte.
“Già oggi Severodonetsk, Lysychansk e Rubizhne, che si trovano in un’area rivendicata dai separatisti filorussi, sono quasi del tutto distrutte”. Anche a Kiev in tanti non credono che siano una garanzia gli annunci moscoviti del viceministro della Difesa Aleksandr Fomin su “una drastica riduzione” delle operazioni militari nella regione, motivata con la necessità di accrescere la “fiducia reciproca” in vista di nuovi negoziati. “Nella zona del Donbass e non solo continuano bombardamenti massicci, Mariupol è ancora assediata e l’obiettivo russo resta quello di mangiarsi una fetta del sud e dell’est dell’Ucraina” riferisce un’altra fonte della Dire. Non rassicurerebbero le ipotesi di accordo circolate ieri, in Turchia, in occasione della ripresa dei negoziati bilaterali. “L’idea di 15 anni di trattative per definire lo status della Crimea è problematica” sottolinea la fonte a Kiev. “Nella realtà non si tratterebbe su nulla, contando i giorni per la prossima guerra, come accadde per la città di Sebastopoli, concessa ai russi anni fa e poi base per l’occupazione dell’intera penisola nel 2014”. In tanti ritengono difficile immaginare anche un compromesso sul Donbass. “E’ l’Ucraina stessa a non poter permettere che questa guerra finisca ora, perché tanti territori sono stati occupati” la tesi condivisa con la Dire. E le trattative, ripartite a Istanbul? “Parlare è la via per la soluzione dei problemi” rispondono da Kiev. “Perché i negoziati abbiano successo ci vorranno però ancora tempo e ancora vittime”. Dire