Le Nazioni Unite hanno chiesto alle autorità russe di assicurarsi che una manifestante contro la guerra che Marina Ovsyannikova, la giornalista che in televisione ha esposto un cartello contro la guerra non sia punita per aver esercitato il suo diritto alla libertà di parola. Ravina Shamdasani, portavoce delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha detto che le autorità russe dovrebbero garantire che la donna “non subisca rappresaglie per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione”. Oggi il Cremlino ha affermato che le azioni della donna, che ieri sera ha interrotto un notiziario in diretta sulla TV di stato russa Primo Canale per denunciare la guerra in Ucraina, sono un atto di “teppismo” soprattutto perché la trasmissione in diretta di qualsiasi canale televisivo è “una dimensione speciale, dove c’è una responsabilità speciale, soprattutto per chi ci lavora”.
Ovsyannikova è rimasta non contattabile per oltre 12 ore, secondo il suo avvocato. Era, secondo il sito di opposizione Meduza, trattenuta negli studi tv russi, mentre fuori era uno sciamare di automobili della polizia attorno al centro televisivo di Ostankino, nella parte nord-orientale di Mosca. Caos, mentre facevano il giro del mondo le immagini dove lei, (ormai ex) redattrice del Primo Canale Tv russo mostra un cartellone contro la guerra in onda durante il notiziario Vremya, proprio dietro la conduttrice del telegiornale della sera, la presentatrice Ekaterina Andreeva. Vremya è “il telegiornale” per i russi dal 1968, quando iniziò ad andare in onda, trasmesso in bianco e nero dalla televisione sovietica. E da allora è sempre sinonimo di informazione di stato. Quindi è davvero un evento il fatto che ieri sia apparso un cartellone sorretto da Marina che recitava: “NO WAR. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda. Qui vi mentono. Russi contro la guerra”. Un atto di coraggio, davvero impensabile sino a due giorni fa, nel telegiornale della sera condotto dal solito volto, calmo e rassicurante della Andreeva che non si scompone neppure in questo caso, mentre dalla regia si stacca immediatamente dallo studio per mandare un servizio.
L’atto di coraggio che potrebbe costare molto caro alla Ovsyannikova, ora agli arresti. Mentre l’unico giornale con sede in Russia a pubblicare la notizia, Novaya Gazeta, si trova a rispettare la nuova legge sui media a proposito del conflitto in Ucraina, che vieta qualsiasi riferimento alla guerra. Evidentemente persino il direttore di Novaya Gazeta, Dmitry Muratov, insignito del Premio Nobel per la pace, ha dovuto oscurare l’appello contro la guerra dalla foto. È rimasto solo “non credere alla propaganda”, ironia della censura si potrebbe dire. Mentre il Primo Canale ha avviato un’indagine interna, dopo l’accaduto. “Sono personalmente grato, alla ragazza che è entrata in studio con un poster contro la guerra”, ha detto il presidente ucraino Vladimir Zelensky. Ci si chiede: come ha fatto Andreeva in tutto questo a rimanere immobile? Lei stessa ha commentato postando un video su Instagram (bloccato in Russia): “Ve l’ho detto: “fermi come una roccia. Qualunque cosa accada, stai fermo come una roccia”. Da dove ottengo tale resistenza? Ne avevo bisogno oggi. Dallo yoga, dal taijiquan, dal cuore. Come una roccia”. Primo caso di roccia con cuore.
Ovsyannikova: interrogata per 14 ore, senza legale
All’uscita del tribunale Marina Ovsyannikova ha detto di essere stata interrogata per 14 ore senza alcun supporto legale. E ha detto di voler rimandare tutti i commenti dettagliati a domani, “perché ho solo bisogno di riposare”. “Io voglio ringraziare tutti – ha detto – prima di tutto i colleghi. Per il sostegno. Una giornata molto complessa della mia vita. Ho passato una notte in bianco, più di 14 ore di interrogatorio. Non mi hanno permesso di chiamare i miei familiari e chi mi è vicino. Non mi hanno dato un avvocato per questo mi trovavo in una situazione abbastanza complicata. Quindi un commento ve lo darò domani, oggi ho bisogno di riposare”.