Domani sarà il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a difendere in Parlamento la posizione del governo sull’Ucraina, dopo che l’esecutivo Meloni, il primo dicembre scorso, ha varato il decreto che contiene la proroga al 31 dicembre 2023, “previo atto di indirizzo delle Camere”, all’invio di nuove armi. L’appuntamento è in Senato, alle ore 9,30, e alla Camera, alle ore 16. Le comunicazioni del ministro arrivano nella stessa giornata in cui la presidente del consiglio Giorgia Meloni parlerà a Montecitorio in vista del suo primo Consiglio europeo, il 15 e 16 dicembre prossimi a Bruxelles, che prevede al primo punto all’ordine del giorno, proprio l’aggressione della Russia all’Ucraina. E quando nelle stesse ore si svolgerà, a Parigi, una nuova conferenza di sostegno a Kiev che ha come obiettivo dichiarato di aiutare gli ucraini a superare l’inverno e prepararsi alla ricostruzione di un Paese esangue.
Le posizioni in campo dei diversi partiti si sono plasticamente materializzate durante il dibattito sulle mozioni sull’Ucraina (il 30 novembre scorso). Nel suo testo, la maggioranza ha chiesto l’impegno del governo di “promuovere e sostenere, di intesa con i partner Nato ed europei, tutte le iniziative diplomatiche volte a creare le condizioni per un negoziato di pace, una pace giusta e sostenibile” e ad assumere “tutte le iniziative per conseguire l`obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2% del prodotto interno lordo entro il 2028” oltre ad appoggiare “la proroga” dell’invio delle armi poi approvata per decreto. Insieme alla mozione della maggioranza sono state approvate anche quella del Pd e quella di Azione-Iv, in un equilibrismo di riformulazioni, astensioni incrociate e voti per parti separate. Entrambe le forze di opposizione si sono espresse per la prosecuzione di un pieno sostegno all’Ucraina. Oggi, collegato da Leopoli, Carlo Calenda, ha voluto sottolineare che gli ucraini sono un “popolo fierissimo, tostissimo, determinatissimo e consapevole” e che “se qualcuno pensa che lasceranno pezzi di territorio ai russi si sbaglia di grosso”.
Una posizione granitica che non riguarda il Pd con diverse sensibilità e varie tonalità di grigio. Respinta è stata invece la mozione M5S con Giuseppe Conte che ha accusato l’esecutivo Meloni di essere “guerrafondaio” ed è tornato a chiedere al governo di “metterci la faccia” pretendendo l’illustrazione preventiva nelle Aule parlamentari. Domani Crosetto informerà le Camere sui prossimi passi dell’esecutivo. Qualche giorno fa, in un’intervista su ‘Il Corriere della Sera’, aveva attaccato Conte facendo notare che l’esecutivo Meloni si sta limitando a “implementare le decisioni dell`esecutivo Draghi, della cui coalizione Conte guidava il partito maggiore” e aveva assicurato che la linea politica contenuta nella mozione della maggioranza smentisce diverse sensibilità sul fronte russo/ucraino di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.
Su un nuovo invio di armi il ministro aveva in ogni caso puntualizzato: “non ho ancora speso un solo minuto a preparare il sesto decreto, mentre da mesi il dicastero della Difesa lavora ai cinque che anche Conte ha approvato e che sono in fase di esecuzione”. E sul delicato tema del segreto sui decreti interministeriali per l’invio di armi: “Avendo il precedente scelto secretazione e passaggio al Copasir, non vorrei sembrasse una scortesia a Conte far vedere che il nostro governo quanto a trasparenza potrebbe essere superiore”, aveva risposto polemicamente.