Fronte tutto compatto dei russi a sostegno dell’invasione dell’Ucraina? Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dice che la popolazione sostiene la scelta del loro presidente e che lo dicono i “sondaggi”. Dall’Istituto demoscopico Levada un’analisi di Denis Volkov sottolinea che “è impossibile prevedere come si svilupperà la situazione, come reagiranno le persone”, perché l’operazione militare lanciata non è simile a quella in Crimea nel 2014. Potrebbe essere più vicina a quella del 2008 in Georgia, se sarà una guerra breve, ma se sarà lunga “può colpire seriamente” la popolarità del presidente, “anche se non si può prevedere esattamente come si svilupperà il conflitto”. La questione è comunque una guerra a un popolo molto vicino, sia culturalmente che storicamente, al di là delle analisi da storiografo esposte da Vladimir Putin in persona di recente.
E c’è già chi, a fronte di una tensione che si taglia col coltello, si è già esposto in Russia contro questa decisione. In primis, più di 185 alti funzionari russi (ma il numero è in crescita) che firmano una lettera aperta in cui condannano l’invasione dell’Ucraina decisa da Putin definendola “un’atrocità senza precedenti” e avvertono di “conseguenze catastrofiche”, esortando i cittadini a “non partecipare”. La maggioranza di essi sono funzionari municipali, o come si definiscono “deputati eletti dal popolo”. Si sono detti “convinti” che i cittadini russi non appoggiano la guerra e hanno incolpato Putin “personalmente” per aver ordinato un attacco “per il quale non c’è e non può esserci giustificazione”.
In questi giorni inoltre una pubblicazione di tutto rispetto legata al mondo della cultura e dello spettacolo aveva chiesto cosa ne pensavano di tale eventualità a registi, scienziati, musicisti, atleti e scrittori russi. Il responso è stato unanime. Boris Grebenshchikov considerato tra i “padri fondatori” della musica rock russa ha detto a The Insider: “È noto che qualsiasi guerra è un crimine contro l’umanità. La storia mostra chiaramente che chi inizia una guerra finisce sempre male”. Un eminente economista come Sergei Guriev, ormai residente a Parigi ha dichiarato: “Se la Russia attaccherà l’Ucraina, accadrà contro la mia volontà. Sono sicuro che la maggior parte dei miei concittadini è d’accordo con me”. Per Andrey Zvyagintsev, regista, vincitore a Cannes e Venezia, “persino in un incubo non potrei immaginare una guerra con l’Ucraina”.
L’elenco dei nomi che aveva specificato a The Insider il suo no alla guerra prima dell’inizio del conflitto di questa notte, procede dalla scrittrice Ludmila Ulitskaya (“è una battaglia tra buon senso e follia”) al poeta Lev Rubinstein (“Nell’Ucraina di oggi – a Kiev, Leopoli, Odessa – vivono i miei cari amici: poeti, artisti e solo brave persone. Semplicemente non riesco a immaginare che saremo cittadini di stati in guerra tra loro: l’immaginazione si rifiuta di funzionare”). E ancora l’accademico Fedor Uspensky, il tennista e campione olimpico Yevgeny Kafelnikov vincitore di sei titoli del Grande Slam. Vitaly Mansky, documentarista, presidente del festival Artdocfest, Polina Osetinskaya, pianista, Sergey Nikitin, compositore, l’accademico e matematico Boris Stern, Tatyana Lazareva, conduttrice televisiva, attrice e personaggio pubblico, e molti altri. Tutti a dire no alla guerra. Resta comunque il fatto che al di là di queste ferme e coraggiose manifestazioni di pacifismo, in Russia non esiste un movimento contro la guerra. Il panorama “di politici indipendenti e di media indipendenti si è significativamente assottigliato”, spiega Denis Volkov del Levada. A questo si aggiunge una stanchezza per l’argomento “Ucraina”, da troppo tempo trattato in tv, poco approfondito e spesso rumore di sottofondo da un televisore acceso ma spesso non ascoltato. askanews