Cronaca

Ucraina, la controffensiva non cresce. Prime crepe fra governo e alti comandi

L’arrivo dell’inverno – e il prevedibile rallentamento delle operazioni – ha messo in luce le prime pubbliche crepe negli alti comandi ucraini che, a fronte dell’ottimo successo delle operazioni navali, ha visto scarsi progressi nella tanto attesa controffensiva terrestre. Nel mirino della critica – che comprenderebbe il ministro della Difesa, Rustem Umerov – è finito il comandante in capo delle forze ucraine, generale Valeriy Zaluzhnyi, reo di aver concesso una lunga intervista all’Economist in cui ha parlato di una fase di “stallo” nel conflitto.

Zaluzhnyi a dire la verità aveva impiegato l’espressione nel contesto di una guerra diventata di posizione e dunque bisognosa di una svolta nei mezzi tecnologici per poter riprendere l’iniziativa. La fornitura di più moderni sistemi d’arma è un obbiettivo su cui anche la presidenza ucraina è da sempre del tutto d’accordo, ma a Volodymyr Zelesnky, al di là delle valutazioni militari, non è piaciuto il messaggio che a suo dire sarebbe passato di un’Ucraina che avrebbe esaurito le sue possibilità belliche.

Un messaggio che come Kiev ha messo in chiaro non fa che aiutare la propaganda russa danneggiando le future prospettive di uno sforzo bellico ucraino che ora dovrà fare i conti con un Congresso statunitense meno favorevole e con la possibile “stanchezza” di molti alleati – specie ora che i riflettori della geopolitica si sono di nuovo spostati sulla scena mediorentale. Zelensky ha quindi lanciato un appello all’unità, nel contempo però ribadendo la propria autorità nei confronti delle gerarchie militari con il licenziamento del responsabile delle operazioni speciali, generale Viktor Khorenko – all’insaputa a quanto sembra dello stesso Zaluzhnyi.

Secondo quanto filtra dalla stampa ucraina anche il comandante in capo rischia grosso, se è vero che Umerov ne avrebbe chiesto le dimissioni – una notizia poi smentita dal ministero della Difesa: di certo è che Kiev vuole evitare al massimo qualsiasi segnale di debolezza o di incertezza nella conduzione del conflitto, e da questo probabilmente dipenderà la sorte di Zaluzhnyi – se cioè una sua eventuale sostituzione inviasse un altro segnale sbagliato. Nel frattempo, si aggiunge il mistero della morte di uno dei collaboratori di Zaluzhnyi, il maggiore Hennadii Chastiakov, ucciso dall’esplosione di una bomba nascosta in un regalo di compleanno consegnato a casa sua – un attentato su cui è stata aperta un’inchiesta.

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