Ucraina, “molto positivi” i colloqui tra Usa e Russia. Entro febbraio, incontro Trump-Putin

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Donald Trump e Vladimir Putin

In una conferenza stampa tenutasi a Mar-a-Lago, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito “molto positivi” i colloqui tra Washington e Mosca per porre fine alla guerra in Ucraina, aggiungendo di essere “fiducioso” nella volontà russa di fermare “la barbarie” in corso. “Soldati russi e ucraini muoiono a migliaia ogni settimana. Vogliamo fermare questa guerra insensata, che non sarebbe mai dovuta iniziare”, ha dichiarato Trump, riferendosi ai negoziati mediati dall’Arabia Saudita a cui hanno partecipato solo Stati Uniti e Russia.

Verso un incontro con Putin

Trump ha criticato l’amministrazione Biden per non aver risolto il conflitto in tre anni: “Se fossi stato presidente, questa guerra non sarebbe scoppiata”. Ha inoltre annunciato un probabile incontro con il leader russo Vladimir Putin entro fine febbraio, probabilmente sempre in Arabia Saudita, senza però specificare date. “Penso di avere il potere di fermare tutto questo”, ha aggiunto, sottolineando l’urgenza di “salvare milioni di vite”.

Truppe Usa in Europa e la posizione sull’Ucraina

Interrogato sul ritiro delle truppe americane dall’Europa, Trump ha risposto: “Nessuno me l’ha chiesto. Se c’è pace, non servono, ma non mi oppongo”. Sul tema delle elezioni in Ucraina, ha sostenuto le richieste russe di nuovi scrutinio, citando la scadenza del mandato del presidente Volodymyr Zelensky e l’assenza di voti per la legge marziale: “Il paese è distrutto, le città demolite. La gente è stanca e chiede un cambiamento”. Ha inoltre affermato che Zelensky avrebbe un “tasso di approvazione al 4%”, dato non verificato indipendentemente.

Trump ha ribadito la sua critica alla leadership ucraina e statunitense: “Una guerra evitabile, gestita male. Ora tocca a me sistemare le cose”. Pur esprimendo simpatia personale per Zelensky, ha insistito sulla necessità di “fare il lavoro” per fermare il conflitto.

Contesto e reazioni

I commenti di Trump sollevano interrogativi sul ruolo degli Stati Uniti nel conflitto e sulle sue relazioni con la Russia, soprattutto in vista di un possibile ritorno alla Casa Bianca. L’assenza dell’Ucraina ai colloqui di Riad è stata criticata da Kiev, ma Trump ha minimizzato: “Avrebbero dovuto chiudere la guerra prima”.

Il potenziale incontro con Putin e l’approccio critico verso la Nato potrebbero influenzare gli equilibri geopolitici, mentre le dichiarazioni sulle elezioni ucraine alimentano il dibattito sulla legittimità di Zelensky, il cui mandato, in realtà, è stato prorogato a causa dello stato di emergenza.

Mentre il conflitto entra nel suo terzo anno, le parole di Trump riflettono una visione pragmatica ma controversa, con accenti isolazionisti e una fiducia nei negoziati diretti con Mosca. Resta da vedere se questi colloqui porteranno a una roadmap concreta o rimarranno una mossa simbolica in un contesto elettorale sempre più acceso.