Ucraina, Papa Francesco: “Dio illumini chi può far tacere le armi, guerra insensata”

Ucraina, Papa Francesco: “Dio illumini chi può far tacere le armi, guerra insensata”
Papa Francesco
25 dicembre 2022

Nel messaggio natalizio prima della tradizionale benedizione “Urbi et orbi” da Piazza San Pietro Papa Francesco ha rivolto un pensiero all’Ucraina: “Il nostro sguardo si riempia dei volti dei fratelli e delle sorelle ucraini, che vivono questo Natale al buio, al freddo o lontano dalle proprie case, a causa della distruzione causata da dieci mesi di guerra”, ha detto il Pontefice che ha poi aggiunto: “Il Signore ci renda pronti a gesti concreti di solidarietà per aiutare quanti stanno soffrendo, e illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata!”.

Poi una lunga e toccante riflessione sul Natale, un discorso che poi spazia fino alla fame e all’indifferenza. “Se vogliamo che sia Natale, il Natale di Gesù e della pace, guardiamo a Betlemme e fissiamo lo sguardo sul volto del Bambino che è nato per noi. E in quel piccolo viso innocente, riconosciamo quello dei bambini che in ogni parte del mondo anelano alla pace”, esordisce Francesco affacciandosi alla Loggia centrale della Basilica di San Pietro. “Dopo molti Natali festeggiati tra addobbi e regali, dopo tanto consumismo che ha avvolto il mistero che celebriamo, c’è un rischio: sappiamo tante cose sul Natale, ma ne scordiamo il significato”. Il Pontefice evoca anche la Natività per sollecitare la riflessione: “Che cosa ci vuole dire dunque attraverso la mangiatoia? Almeno tre cose: vicinanza, povertà e concretezza”. 

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 “Mentre gli animali nella stalla consumano cibo – spiega Francesco – gli uomini nel mondo, affamati di potere e di denaro, consumano pure i loro vicini, i loro fratelli. Quante guerre! E in quanti luoghi, ancora oggi, la dignità e la libertà vengono calpestate! E sempre le principali vittime della voracità umana sono i fragili, i deboli. Anche in questo Natale un’umanità insaziabile di soldi, potere e piacere non fa posto, come fu per Gesù, ai più piccoli, a tanti nascituri, poveri, dimenticati”. E durante la messa solenne si fa più intenso il pensiero per i più fragili. “Penso soprattutto ai bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia. Ma Gesù viene proprio lì, bambino nella mangiatoia dello scarto e del rifiuto. In Lui, bambino di Betlemme, c’è ogni bambino. E c’è l’invito a guardare la vita, la politica e la storia con gli occhi dei bambini”.

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