Le sanzioni europee contro la Russia, in caso di invasione dell’Ucraina sono “pronte”. L’Unione europea, che vede riuniti oggi a Bruxelles i ministri degli Esteri dei Paesi membri, ha concluso il suo lavoro sulle eventuali misure contro Mosca, richieste oggi a gran voce dal capo della diplomazia di Kiev, Dmytro Kuleba, che ha invitato il blocco europeo a “passare dalle parole ai fatti” sebbene Kiev ritenga che un eventuale attacco di Mosca non sia imminente. Intanto si continua a lavorare a un incontro tra Joe Biden e Vladimir Putin, un incontro “non escluso” dal Cremlino che, secondo la Francia, potrebbe avere luogo “in territorio neutrale”. Resta alta la tensione nel Donbass, dove il rischio di una rapida escalation è dietro l’angolo. Un’esplosione ha avuto luogo questa mattina vicino all’aeroporto di Donetsk, mentre il leader dei separatisti filorussi ha lanciato un appello alle armi.
BORRELL: SANZIONI PRONTE, LAVORO FINITO
Il lavoro sulle sanzioni europee alla Russia, in caso di invasione dell’Ucraina, “è fatto, è finito”. La conferma è giunta oggi dall’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Affari Esteri, in corso a Bruxelles. “Siamo pronti a imporre sanzioni al momento giusto. Ma lavoriamo e auspichiamo che quel momento non arrivi”, ha sottolineato il capo della diplomazia europea, precisando che “la soluzione diplomatica è la migliore e unica via di uscita dalla crisi”. “Noi lavoriamo per questo”, ha aggiunto.
UCRAINA: UE PASSI DALLE PAROLE AI FATTI, SUBITO SANZIONI A MOSCA
L’Ucraina, però, ritiene che vi siano “buone ragioni” perché l’Unione europea imponga “adesso alcune sanzioni” alla Russia per dimostrare che “è pronta a passare dalle parole ai fatti”. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che partecipa al Cae per informare i colleghi europei sullo stato della crisi tra Ucraina e Russia, ha spiegato che Kiev si attende “decisioni” in tal senso dalla riunione di oggi, nonché “messaggi chiari dell’Unione europea alla Russia” riguardo al fatto che “la sua escalation” militare “non sarà tollerata” e che l’Ucraina “non sarà lasciata sola”. Queste decisioni, secondo Kuleba, devono includere “messaggi politici”, ma anche “atti molto significativi come ad esempio il sostegno allo sviluppo della difesa” ucraina, “la cybersicurezza dell’Ucraina” e “alcune sanzioni”.
KIEV RITIENE L’INVASIONE RUSSA NON IMMINENTE
Il ministro della Difesa ucraino, da parte sua, ha detto questa mattina di ritenere improbabile un’invasione russa del suo Paese nella prima parte di questa settimana, respingendo così le affermazioni occidentali secondo cui un’incursione di Mosca potrebbe essere imminente. Oleksiy Reznikov ha affermato che un attacco “domani o dopodomani” è improbabile poiché nessun “gruppo d’attacco” russo è stato formato vicino al confine. “In generale, possono essere necessarie settimane per schierare un gruppo d’attacco, da una settimana a mezzo mese, a un mese. Pertanto, dipende da quale piano può funzionare nella mente dei leader del Cremlino”, ha commentato.
IL CREMLINO NON ESCLUDE CONTATTI PUTIN-BIDEN
Il Cremlino, da parte sua, “non esclude” possibili contatti tra Vladimir Putin e Joe Biden: “se necessario possono essere concordati operativamente”, ovvero a breve giro, ha fatto sapere il portavoce Dmitry Peskov, aggiungendo che per oggi Putin ha in agenda numerose conversazioni telefoniche e una riunione del Consiglio di sicurezza. “L’incontro è possibile se i capi di Stato lo riterranno opportuno. Ora c’è una chiara, concreta comprensione della necessità di proseguire il dialogo a livello di ministri (degli Esteri, ndr)” ha commentato Peskov. Secondo quanto precisato dalla Francia, che ha lavorato all’incontro tra Putin e Biden ai massismi livelli, con il coinvolgimento diretto del presidente Emmanuel Macron, l’eventuale vertice potrebbe avvenire non prima di giovedì e “in un territorio neutrale”.
ESPLOSIONE VICINO AEROPORTO DONETSK, FILORUSSI CHIAMANO ALLE ARMI
La situazione sul terreno, intanto, resta molto “critica” nel Donbass. Un’esplosione è avvenuta questa mattina vicino all’aeroporto di Donetsk, riferisce l’agenzia russa Ria Novosti. Un unico forte scoppio è stato sentito a una distanza di diversi chilometri. Il capo dei ribelli filorussi ha chiamato alle armi “tutta la popolazione maschile” che dovrà presentarsi in caserma. Secondo Denis Pushilin, leader della repubblica ribelle di Donetsk, “l’Ucraina sta conducendo massicci bombardamenti” del territorio e “solo negli ultimi giorni, l’artiglieria delle Forze armate ucraine ha sparato più di 1.700 mine e proiettili nelle aree residenziali”. “Artiglieria pesante, mortai, lanciagranate ci stanno colpendo e carri armati. La gente sta morendo. Le scuole n. 105 e n. 56 della capitale sono state gravemente danneggiate”, ha aggiunto Pushilin in una nota pubblicata sul suo canale Telegram. Un “brusco aggravamento” della situazione sarebbe in corso anche in direzione Mariupol, e “i militanti della 36ima brigata hanno attaccato le postazioni delle unità della Milizia popolare nell’area di Kominternovo”. C’è una battaglia in atto vicino al confine con la Federazione Russa”, ha detto.