Testo M5S anti-armi, è caso. Castellone: non è vera bozza
Di Maio contro disallineamento da alleanze. Todde: non è in buona fede
La spaccatura interna del Movimento 5 stelle investe il dibattito sulla guerra in Ucraina e il ruolo dell’Italia, in vista delle comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo da parte del presidente del Consiglio, Mario Draghi, atteso martedì e mercoledì prossimi al Senato e alla Camera. Fa discutere una bozza della risoluzione parlamentare, attribuita a senatori 5 stelle (ed in effetti alcuni di loro ne possiedono copia) che contiene una evidente correzione di rotta rispetto alla linea seguita finora dal Governo, fra l’altro perché chiede di “non procedere, stante l`attuale quadro bellico in atto, ad ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica”.
La bozza è l’occasione di una dura presa di posizione del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che dice: “Ho letto che ci sono dei senatori M5S che hanno proposto una bozza di testo da integrare nella risoluzione che ci disallineerebbe dall’Ue e dalla Nato. Così – accusa – mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia e come ministro devo difendere la collocazione geopolitica del nostro paese”. “Io di sicuro – dice una fedelissima del ministro come la viceministra dell’Economia Laura Castelli – non voterei una risoluzione, qualora presentata dal mio gruppo, che va fuori dalla collocazione storica dell’Italia”.
Secca la replica di Alessandra Todde, viceministra e vicepresidente del M5S: chi ci accusa di essere “antiatlantici”, sibila, “non lo sta dicendo in buona fede” e Di Maio “parlando in una certa modalità” si sta “ponendo fuori dal Movimento”.
In allarme le fonti del Pd, che mettono in guardia sulla necessità di “un percorso condiviso per il raggiungimento, attraverso lo sviluppo dell’azione diplomatica, del cessate il fuoco e del rilancio dei negoziati. Per questo qualsiasi fuga in avanti o iniziative parziali rischiano di complicare il lavoro”. Il Movimento 5 stelle, con una nota congiunta attribuita ai parlamentari stellati delle commissioni Politiche Ue ed Esteri e dei coordinatori dei comitati area Difesa ed Esteri, precisa di voler lavorare a una risoluzione “di maggioranza” ma ribadisce: “La nostra linea è chiara, vogliamo inserire nella risoluzione due concetti per noi basilari: la de-escalation militare e la centralità del Parlamento per ogni scelta sulla guerra in Ucraina”. Resta da capire le ragioni di quella che dal Nazareno definiscono “fuga in avanti”. Coperto dall’anonimato, un parlamentare contiano attribuisce “ai dimaiani” l’intenzione di diffondere la bozza “per concentrare il dibattito su questo testo, che per noi è superato, stiamo lavorando a un compromesso ma loro vogliono far credere che poi il testo finale sia merito dell’intervento di Di Maio”.
Ma negli ambienti stellati c’è anche chi non esclude che la bozza dello scandalo sia uscita “come risposta agli attacchi di Di Maio a Giuseppe Conte: come dire, noi partiamo da qui, possiamo mediare ma dovete trattare con noi”. Fuori dai 5 stelle, chi ha preso parte alle riunioni preparatorie in corso sulla risoluzione garantisce che l’ultima, di venerdì scorso, “è stata tranquilla, i temi più delicati sull’Ucraina verranno trattati lunedì. Se sono uscite queste carte è probabile che sia per volontà dei dimaiani”. Un’altra fonte di centrosinistra ostenta ottimismo: “E’ una scaramuccia interna, se loro vogliono una riga di sottolineatura sul rafforzamento della diplomazia una soluzione si troverà, il Governo non rischia. L’unico caso in cui si potrebbe dare luogo a un pasticcio serio sarebbe quello di una eventuale decisione della Lega di accodarsi ai 5 stelle”. Prova a chiudere il caso la capogruppo M5S al Senato Mariolina Castellone. “La bozza che sta circolando in queste ore non è la risoluzione alla quale stiamo lavorando con tutta la maggioranza”, dice, e punta il dito sugli avversari interni: “Chi in queste ore sta divulgando documenti diversi lo fa per creare fibrillazioni in maggioranza, delegittimare chi è impegnato a fare sintesi e vanificare il grande lavoro che stiamo facendo”.