Ue, al via i “green bond” per finanziare la transizione verde

Ue, al via i “green bond” per finanziare la transizione verde
8 settembre 2021

La Commissione europea ha adottato un Quadro per le obbligazioni verdi, sottoposto a valutazione indipendente, che verrà utilizzato per l’emissione di “green bond” per un valore fino a 250 miliardi di euro di qui al 2026, pari al 30% dell’emissione di titoli di debito previsti dal Recovery Plan “Next Generation EU” (che in totale arriverà a circa 800 miliardi di euro a prezzi correnti, di cui 421,5 miliardi per sovvenzioni e 385,2 miliardi di € per prestiti). Il Quadro fornisce a chi investirà in questi “green bond” la certezza che i fondi mobilitati saranno destinati a progetti verdi e che la Commissione riferirà successivamente e regolarmente in merito al loro impatto ambientale. Con il Quadro adottato oggi, la Commissione procederà già nel mese di ottobre alla prima emissione di obbligazioni verdi, nel rispetto delle condizioni di mercato.

Come ha sottolineato Johannes Hahn, commissario europeo per il Bilancio e l’amministrazione, presentando alla stampa il nuovo quadro, “l’Ue diventerà il più grande organismo emittente di obbligazioni verdi al mondo. Questo è anche un segno – ha aggiunto – del nostro impegno a favore della sostenibilità e pone la finanza sostenibile al centro dello sforzo di ripresa dell’Unione”. La Commissione ha anche riesaminato e confermato il suo piano per il finanziamento della ripresa nel 2021, ribadendo l’intenzione di emettere quest’anno obbligazioni a lungo termine per un totale di circa 80 miliardi di euro (di cui 45 miliardi sono già stati emessi nei mesi scorsi), da integrare con decine di miliardi di euro di buoni dell’Ue a breve termine (“EU-Bills”).

La Commissione emetterà i buoni a breve termine esclusivamente mediante aste, che dovrebbero iniziare il 15 settembre. Ne saranno organizzate in linea di massima due al mese, il primo e il terzo mercoledì del mese. Il programma della messa all’asta sarà utilizzato anche per le obbligazioni a lungo termine, in aggiunta alle emissioni sindacate. In base al calendario delle emissioni pubblicato ieri, la Commissione organizzerà di norma un’asta e un’emissione sindacata al mese per le obbligazioni. IL Quadro per le obbligazioni verdi di “Next Generation EU” è stato elaborato in linea con i principi dei “green bond” dell’International Capital Market Association (Icma), uno standard di mercato per questo tipo di obbligazioni.

Il Quadro è stato sottoposto alla revisione dell’agenzia di rating ESG Vigeo Eiris, società di Moody’s ESG Solutions. Vigeo Eiris ha ritenuto il Quadro conforme ai principi dell’Icma, e coerente con la più ampia strategia ambientale, sociale e di governance dell’Ue, giudicandolo un valido contributo alla sostenibilità. Il Quadro è stato allineato, per quanto possibile, alla norma Ue per i “green bond” (nell’ambito della cosiddetta “Tassonomia” degli investimenti verdi) che è stata proposta dalla Commissione nel luglio 2021, e che sarà sottoposta ora al processo di co-decisione del Parlamento europeo e del Consiglio Ue, cui seguirà un periodo di attuazione prima dell’entrata in vigore.

Fonti della Commissione hanno sottolineato che il Quadro per le obbligazioni verdi deciso non verrà comunque modificato, nel caso in cui la versione finale della Tassonomia, che verrà adottata fra uno-due anni, fosse modificato rispetto alla proposta iniziale. Questo, è stato precisato, per garantire certezza e stabilità agli operatori che investiranno nei “green bond”, emessi per finanziare la componente di spesa per progetti climatici e ambientali del “Next Generation EU”, che dovrà rappresentare almeno il 37% di ciascun Piano nazionale di spesa (Pnrr) del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (il Fondo Rrf). Molti Stati membri hanno previsto nei loro Pnrr di andare oltre il 37% nella spesa climatica e ambientale, e tre paesi (Germania, Austria e Lussemburgo) sono arrivati addirittura al 60%, ha riferito Hahn.

Un altro punto importante sottolineato dalle fonti della Commissione riguarda la classificazione degli investimenti nel settore del gas naturale, per progetti in cui questa fonte fossile è utilizzata in via provvisoria per la transizione energetica verso l’obiettivo di azzerare le emissioni clima alteranti. Questi investimenti, anche se potranno essere approvati nei Pnrr, non verranno conteggiati nella quota minima obbligatoria del 37% della spesa per progetti climatici e ambientali, e non potranno essere finanziati con i “green bond”, hanno precisato le fonti. Inoltre, hanno aggiunto le fonti della Commissione, non sarà approvato nessun nei Pnrr riguardante l’energia nucleare.

In base alle norme del Dispositivo per la ripresa e la resilienza Rrf, gli Stati membri riferiranno alla Commissione in merito alle spese effettuate. La Commissione utilizzerà queste informazioni per mostrare agli investitori come i proventi dei “green bond” siano stati effettivamente utilizzati per finanziare la transizione verde. Il Quadro per le obbligazioni verdi prescrive che le informazioni fornite dagli Stati membri sugli investimenti nella sostenibilità climatica e ambientale siano articolate in nove categorie: le prime due sono le attività di ricerca e innovazione e le tecnologie digitali a sostegno della transizione verde; le altre categorie sono: efficienza energetica, energia pulita, adattamento ai cambiamenti climatici, gestione dell’acqua e dei rifiuti, trasporti e infrastrutture, protezione della natura, riabilitazione e biodiversità. L’efficienza energetica, le mobilità sostenibile e l’energia verde avranno la quota maggiore di investimenti.

Le verifiche previste dal Quadro riguarderanno sia l’assegnazione che l’impatto degli investimenti. Per quanto riguarda l’assegnazione, la Commissione utilizzerà i dati forniti dagli Stati membri sulla spesa per i progetti verdi. Un revisore esterno indipendente verificherà i dati. Le informazioni sull’impatto saranno invece elaborate dai servizi della Commissione. Ma per garantire la significatività, l’imparzialità e l’accuratezza dei dati sull’impatto, la Commissione europea farà ricorso anche alla consulenza di esperti indipendenti.

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