Ue-America latina, Michel: possiamo rendere migliore il mondo

Da oggi nuovo legame tra i 2 continenti, a 8 anni da ultimo summit. A bruxelles, i leader di 33 paesi dell’America latina e dei Caraibi oltre ai 27 degli Stati membri dell’Unione europea

charles-michel

“Oggi diamo nuova vita al legame che unisce i nostri due continenti. Guidati dalla nostra fede nella democrazia, nelle libertà individuali e in società eque, insieme possiamo rendere il mondo più pacifico e più prospero”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel suo intervento al vertice Ue-Celac in corso oggi e domani a Bruxelles, a cui partecipano i leader di 33 paesi dell’America latina e dei Caraibi oltre ai 27 degli Stati membri dell’Unione europea. L’ultimo vertice Ue-Celac si era svolto a Bruxelles nel giugno 2015, dopo un primo incontro nel gennaio 2013 a Santiago del Cile. E il fatto che siano passati otto anni è una delle ragioni principali della convocazione di questo summit, soprattutto in un momento in cui l’Ue sta cercando di acquisire una maggiore statura geopolitica e di aumentare la propria indipendenza strategica.

 

La citazione

 

“Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges – ha detto Michel – una volta disse: ‘Contrariamente all’amore, l’amicizia non richiede frequenza’. L’incontro di oggi ne è la prova. Sono passati otto anni dal nostro ultimo vertice Ue-Celac. Ma posso sentire, possiamo sentire, l’energia, l’eccitazione e, sì, l’amicizia tra i nostri continenti. Oggi il mondo è molto diverso dal 2015. Negli ultimi anni abbiamo visto le devastazioni del cambiamento climatico, una pandemia globale e ora la guerra contro l’Ucraina”. “Oggi – ha continuato il presidente del Consiglio europeo – il cambiamento climatico sta afferrando il nostro pianeta per la gola. E il nostro pianeta sta combattendo per ogni respiro: temperature bollenti, incendi violenti, massicce inondazioni. I paesi del vostro continente e del nostro – ha ricordato rivolto ai leader dell’America latina – sono minacciati dal drammatico innalzamento del livello del mare, come nei Caraibi. Insieme, dobbiamo agire con urgenza e decisione”.

 

La guerra in Ucraina

 

Inoltre, “il Covid-19 ha colpito duramente i nostri continenti. Non importa dove viviamo, a Roma o Città del Messico, Varsavia o Rio de Janeiro; abbiamo visto le devastazioni. Le nostre società ed economie segnate dai lockdown, che hanno aumentato la disuguaglianza e spinto i più poveri del mondo a indebitarsi ulteriormente”. Ma soprattutto, ha rilevato Michel, c’è stato il ritorno della guerra alle frontiere dell’Unione europea. “C’è un’altra grande differenza tra oggi e il 2015. Mentre parliamo, uno Stato membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sta attaccando un paese vicino. La guerra illegale della Russia contro l’Ucraina è una tragedia per l’Ucraina e per il mondo, con conseguenze devastanti per la sicurezza alimentare, per i prezzi dell’energia e per l’economia globale”. 

“Questa guerra viola palesemente i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. E la stragrande maggioranza dei paesi nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato molteplici risoluzioni per condannare questa guerra illegale”, ha ricordato ancora il presidente del Consiglio Ue, toccando un punto sensibile, perché diversi paesi dell’America latina (El Salvador, Cuba, Nicaragua) si soni astenuti nel voto contro l’aggressione russa del 2 marzo 2022, e il Nicaragua ha addirittura votato contro la risoluzione del 12 ottobre 2022 (mentre si sono astenuti Honduras, Bolivia e Cuba).

 

Le sfide da affrontare

 

“Ogni paese su questo pianeta deve essere al sicuro. Ecco perché alla Russia non deve essere permesso di avere successo. Sarebbe una ricetta per il disastro per il multilateralismo e per il nostro sistema basato su regole”, ha continuato Michel, e ha aggiunto: “Noi crediamo in un mondo multipolare. Non vogliamo un mondo bipolare, perché spesso questo ha un costo per i nostri interessi e per la nostra autonomia. Ma non dobbiamo mai dimenticare chi siamo e cosa rappresentiamo”. “I leader qui oggi – ha sottolineato – rappresentano un miliardo di persone e oltre il 20% del Pil mondiale. Condividiamo radici, valori, cultura e profondi legami economici e sociali comuni. E siamo una forza potente nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a difesa della democrazia, del multilateralismo e dei diritti umani”. 

“Siamo anche – ha detto ancora Michel – stretti partner commerciali e per gli investimenti, con un enorme potenziale non sfruttato. Possiamo fare molto di più insieme per il bene dei nostri continenti e della nostra gente. Le sfide che dobbiamo affrontare sono urgenti e complesse: non possiamo permetterci che passino altri otto anni prima del nostro prossimo vertice. Vertici più regolari, ogni due anni – ha indicato – e un meccanismo di coordinamento permanente garantiranno progressi coerenti. Unendoci, possiamo sviluppare economie pulite che fanno bene al nostro pianeta e una trasformazione digitale che alimenta le nostre economie e società”.

Per questo, “abbiamo bisogno di un programma di investimenti ambizioso, di partenariati per progetti trasformativi che promuovano i nostri obiettivi di sviluppo sostenibile e l’accordo di Parigi” sul clima. “Infine, questo vertice dovrebbe aiutarci ad andare avanti negli accordi commerciali con Cile, il Messico e il Mercosur”, ovvero l’associazione di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. “Questi accordi commerciali hanno il potenziale di avvicinarci di più. E di rafforzare i nostri legami, soprattutto con le crescenti tensioni di oggi e le interruzioni nelle catene di approvvigionamento”, ha concluso il presidente del Consiglio europeo.